lunedì 16 settembre 2013

PAOLO NESTI E IL SUO LIBRO SUGLI ANIMALI, IL LORO COMMERCIO E LA MACELLAZIONE


di LORENZO CRISTOFANI

Sabato prossimo, in seminario, si presenta un volume che colma un vuoto nella storia locale pistoiese

PISTOIA. Sabato 21 settembre alle 17 sarà presentato, nell’aula delle conferenze del Seminario Vescovile di Via Puccini, l’ultimo volume di Paolo Nesti, Pistoia e i suoi mercati. I vitelli, il loro commercio, la loro macellazione.
La pubblicazione va a colmare un deficit della storia locale, indagando in maniera scientifica e con documenti d’archivio lo sviluppo dell’arte dei beccai, dal medioevo ai moderni macelli, e restituendo un inedito spaccato antropologico di una società operosa, fiera, assorbita dalle proprie contingenze e quasi indifferente alle vicende della grande storia nazionale.

L’opera, finanziata dall’Istituto Storico della Resistenza Pistoiese, raccoglie anche una serie di immagini inedite e foto d’epoca, appartenenti a collezioni private, che rimandano a quella che per molto tempo fu una delle più fiorenti attività economiche di Pistoia: l’allevamento e il commercio del bestiame da latte e da macello.
Viene rievocata la particolare atmosfera di quel microcosmo pullulante di socialità che erano l’Arca e la via IV Novembre, un unicum della società pistoiese, un campionario di vita, dove le stalle dei vitelli e i caratteristici negozi e negozianti erano lo specchio di un modo di vivere ormai ineluttabilmente estinto ma ancora vivo nella memoria dei tanti concittadini che allora erano ragazzi.
Si ha traccia di ciò in due tavole del maestro Ireneo Biagini, ingiustamente parcheggiate –insieme a tutta la collezione, che dovrebbe invece essere valorizzata e maggiormente fruita, anche solo in occasione dei percorsi didattici delle varie scuole di ordine e grado – all’ufficio tecnico comunale costruito, neanche a farlo apposta, agli ex Macelli lungo la Brana. Colpisce ancora oggi ed evoca fantasiose immagini la figura del sensale, ormai leggendaria, la cui capacità si manifestava nel mediare tra le due parti, acquirente e venditore, e giungere ad un accordo sancito da un’energica stretta di mano, un rito secolare, ripetuto con gli stessi gesti e le stesse parole da chissà quanto tempo.
Sono altresì ripercorse le vicende della realizzazione del primo mattatoio pubblico, tra via di Porta San Marco e via Argonauti, dove passavano la gora di Scornio e quella di Candeglia, ed i relativi reclami e lamentele dei proprietari di case che vedevano i propri immobili deprezzati da una simile vicinanza.
Nelle Cortine, invece, i quattro comuni rurali corrispondenti alle quattro porte ed unificati col centro storico solo alla fine dell’Ottocento, si continuò a macellare senza controlli e vigilanza sanitaria ancora per un bel po’.
Non poteva non essere ricordata la sistemazione del campo Boario per l’ottimizzazione del mercato delle bestie – oggi ospita il campo di calcio, già con funzione sportiva dagli anni Cinquanta – e l’opposizione dei vitellai a trasferire gli animali e le vendite in un altro luogo al di fuori della propria stalla.
In definitiva il libro, oltre a documentare puntualmente, dalla prospettiva zootecnica, le vicende materiali e relazionali dei nostri antenati, suggerisce anche più d’una riflessione – e lancia curiose proposte… – sull’attuale modello di produzione e consumo che, fondandosi sull’ignoranza alimentare e in nome di non si sa quale illusione positivista, ha drammaticamente esaurito la sua potenzialità di creazione del benessere e di autodeterminazione delle comunità.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 16 settembre 2013 | 07:47 - © Quarrata/news]

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