domenica 7 luglio 2013

LA MISERICORDIA DI AGLIANA, I SUOI SILENZI, LE DISCUTIBILI NOTIZIE CHE DIFFONDE E LA SPONDA OFFÈRTAGLI DALL’INFORMAZIONE


di EDOARDO BIANCHINI

AGLIANA. Stamattina, 7 luglio, è uscito sul Tirreno, a firma di Massimo Vitulano, collaboratore della testata da Montale, un articolo che traccia la mirabile parabola dei successi della Misericordia di Agliana sotto la guida di Artioli. Lo potete vedere, integro, nell’immagine qui a fianco.
Scendo direttamente in campo, però – e lo faccio in virtù dei miei 46 anni di esperienza e professione giornalistica, grazie alla quale un qualche merito pure avrò acquisito –, per sottolineare con forza, ai nostri lettori e chiunque altro, come non si deve fare giornalismo e informazione: o, se preferite, per far capire che pezzi di questo genere tutto sono fuorché informazione, dato – come cercherò di dimostrare – che quel che viene diffuso e dato in pasto alla gente,
non è cibo sano e controllato, ma semplicemente una pappa stile-Crozza: masticata e riciclata come nuova di zecca, ma avariata e improponibile. E questo sarebbe ciò che non dovrebbero fare i collaboratori – normalmente degli sfruttati istituzionali – né tantomeno i colleghi responsabili dei servizi che a volte sembra siano lì solo a riempir buchi con materiali di risulta e di smaltimento.
Vengo al dunque passo passo.

MISERICORDIA
La spending review
fa saltare l’intramoenia

Un titolo a effetto, non c’è che dire: c’è un pizzico d’inglese politicante, c’è una parola di latino curturale e quindi sembrerebbe che fossimo a dama.
Peccato però che il concetto e il contenuto siano assolutamente fasulli: insomma cacca al posto dell’oro colato.
Ad Agliana quelli che leggono davvero – e sono in tanti, anche se hanno più paura di quanto vogliano far credere – sanno tutti che il contratto della Misericordia con l’Asl 3 per gli specialisti che lavorano all’interno della struttura pubblica (intramoenia significa appunto «dentro le mura»: cioè fanno libera professione ma sempre come dipendenti Asl) non è saltato per i volgari tagli di Monti (spending review), ma perché, come ha bene spiegato questo blog – letto, peraltro costantemente anche dal Tirreno –, una delle belle invenzioni del Presidentissimo Artioli, la trasformazione della Misericordia da semplice onlus in divina trinità (Misericordia onlus, Unimise S.r.l. e Fondazione Misericordia), ha fatto sì che l’Asl 3 rescindesse unilateralmente il contratto in quanto non cedibile da Misericordia ad altro diverso soggetto (l’Unimise S.r.l. con scopo di lucro, appunto).
Non so – e non voglio saperlo – d’onde venga fuori questo brillantissimo titolo depistante ma:
1. se è frutto di una bufala propinata dalla Misericordia al ragazzotto che scrive pezzi per il Tirreno, è una vergogna che va fatta rimangiare a chi l’ha propinata
2. se è invece opera del redattore di pagina è, sotto altro profilo, un errore imperdonabile perché chi segue un’area o una zona ha il dovere di conoscere bene cosa vi accade, e di stare sveglio con i ragazzi di bottega, perché, poverini, possono anche essere traviati da interessi altri e di altri.
La verità su tutto questo? Sia chi ha scritto che chi ha impaginato avrebbero dovuto trovarla a questo post L’Asl 3 rescinde il contratto con la Misericordia e Agliana non ha più i medici specialisti, che smentisce in pieno il titolo e castra qualsiasi possibilità di ribattere fra gli artioliani, dato che parla, come facciamo sempre noi di Quarrata/news, documento alla mano! (vedi qui il contratto Asl3-Misericordia).
E andiamo oltre…

AGLIANA. Dal 2002 il numero di volontari della Misericordia è passato da 40 a 180 e il patrimonio è lievitato da 600mila euro a 2 milioni circa.

Fa piacere leggere di questi iperbolici successi: ma perché non dire anche che quei 2 milioni circa sarebbero potuti essere 2 milioni e mezzo o anche di più se il geometra Artioli invece di prendere la via del tribunale contro i progettisti Mangoni e affidare quello stesso progetto alla Cmsa (progetto tolto ai Mangoni, ma firmato dall’ingegnere della Cmsa!), avesse evitato di perdere e buttar via mezzo milione o più di spese legali?
Sono questi i buoni amministratori da elogiare pubblicamente o piuttosto quelli che, anche secondo la parabola evangelica, riescono a far fruttare i talenti loro affidati, senza sprecarne un fottìo? Fa male, gente, sentir parlare in termini così concreti? È meglio essere elogiati e basta…?

Gli anni appena trascorsi hanno visto i dirigenti impegnati nella costruzione della nuova sede inaugurata nel 2010.

La costruzione della nuova sede della Misericordia – parliamoci chiaro – è stata un eclatante errore amministrativo: e se Artioli avesse combinato un  pasticcio di tal portata (perdere mezzo milione di euro) quando era direttore di banca, come minimo avrebbe perso la sua morbida poltrona di pelle nera. E non si dica che nessuno sapeva niente, perché la vicenda è stata portata sul tavolo di dissezione del medico legale sia il 25 gennaio che il 13 febbraio scorsi: e chi volle vedere vide e chi volle sapere seppe – e gli altri girarono opportunamente i loro occhietti altrove: il correttore morale perché non credeva alla funzione di correttore morale, il maresciallo Cataldo perché aveva impegni di famiglia (ma da Artioli, però, c’era andato il 25 gennaio!).

Il nuovo consiglio direttivo, eletto pochi giorni fa, dovrà farla fruttare ancor più di quanto non sia stato fatto fino a oggi. Ma le idee non mancano.

Belle affermazioni e tanti complimenti! Il buon Vitulano è ancora piuttosto acerbo quanto a  esperienza: una laurea, del resto, non può bastare a far capire come gira il mondo, né a fare di uno che scrive un informatore provetto.
Il nuovo consiglio (ma nuovo in cosa, Signori? Sono sempre i soliti che girano da più di dieci anni!) di idee per far fruttare il capitale ce ne ha a bizzeffe: non ha trasformato l’amore misericordioso per il prossimo in una S.r.l. con fini di lucro? Non ha svuotato la Misericordia onlus per creare una “zecca di status quo”? Basta, però, che non abbia idee fruttuose come quella del mezzo milione di euro buttato via o quella che ha fruttato la rescissione del contratto Asl3-intramoenia, zàin (zàin in ebraico è il pipino maschile, che suona meglio di c…!, no?)!

Massimo Bruchi, ex vicepresidente ed attualmente responsabile della Protezione civile e dei mezzi, dice che è già in ponte il progetto di costituire un gruppo autonomo di Protezione civile che operi in sinergia con il Comune per fronteggiare le emergenze. «Negli scorsi mesi abbiamo aiutato numerose persone costrette ad abbandonare le proprie abitazioni a causa delle inondazioni – spiega il consigliere – Per il futuro intendiamo potenziare ulteriormente questo gruppo di volontari, in modo da offrire il nostro sostegno anche a livello nazionale».

Fa bene, Bruchi, a progettare a livello nazionale e – perché no? – anche internazionale. Perché non prevedere anche interventi in Turchia per i terremoti che possono verificarsi? Tanto a dare la loro opera sono stati, sono e saranno, sempre e comunque, quei 180 volontari (facciamogli dire anche questo) che raccolsero (se non sbaglio) 16mila euro per potersi cucinare un piatto di spaghetti durante le lunghe notti d’inverno nella cucina della Misericordia: cucina che – ma vedi un po’! – per loro è inutilizzabile. E salutamassòrata, direbbe il buon Totò.

Nel nuovo organigramma spiccano anche i nomi di tre donne, una delle quali, la ventinovenne Ilaria Signori, è stata chiamata a sostituire Bruchi nella carica di vicepresidente.

Cominciamo proprio bene se la Vicepresidente Signori, avvocata, lascia che si accreditino false opinioni su certi fatti!
Come avvocata, iscritta a un ordine molto particolare, dovrebbe testimoniare il massimo rigore per il rispetto della verità: o invece sta già difendendo la Misericordia come sua cliente e perciò è tenuta a nascondere come stanno realmente le cose riguardo al contratto-intramoenia e al silenzio sotto cui è stata fatta passare tutta la perdita del mezzo milione di euro e oltre, per le cause civili con i Mangoni e, per giunta, a danno di tutti gli aglianesi?
E come è stata zitta, l’avvocata, anche sul fatto che l’ingegner Giovanni Ortu (lo sa chi era, vero?) firmò i progetti dei Mangoni come fossero suoi e, beccato dal giudice, dovette fare un accordo e implorare che tutti stessero zitti per non essere perseguito dal suo ordine professionale col rischio di essere radiato!
È questo un  modo corretto di agire, Signori? E la gente deve fidarsi di questi Paoli Silenziarii?

Il correttore spirituale resterà per i prossimi 6 mesi don Paolo Tofani, che, però, ha già annunciato di voler lasciare l’incarico a causa degli impegni che lo legano alle varie parrocchie da lui amministrate e alla Caritas diocesana. Nei prossimi mesi sarà valutata una nuova nomina di concerto con la curia vescovile.

Sul problema del correttore morale e del proposto Tofani, stenderei un velo di silenzio se solo non fossi rimasto male del suo silenzio da canto terzo dell’Inferno di Dante.
Come compagno d’infanzia e di scuola mi sarei aspettato che un prete, prima di andare a celebrare la messa come si legge nei Carmina Burana, avesse purgato se stesso: avesse lasciato tutto e fosse andato diritto da un fratello (io: che gli sono fratello anche se non cattolico praticante come lui) a chiarire.
Evidentemente Paolo preferisce parlare dei massimi sistemi e occuparsi del Brasile e del Berlusca, più che far pulizia in casa sua, tra i suoi parrocchiani e dinanzi al suo uscio.
Non io, ma lui che crede, si ponga bene anche questo problema in sede di un suo esame di coscienza.

Dalla necessità di promuovere una maggior comunicazione tra associazione e cittadini, nascerà a breve il nuovo sito internet. Sul portale saranno reperibili tutte le informazioni più importanti: dal servizio di pompe funebri agli orari di apertura degli ambulatori. Questi ultimi infatti, per un totale di 16, resteranno aperti in giorni specifici della settimana, offrendo la consulenza di specialisti in cardiologia, dermatologia, endocrinologia, ginecologia e molte altre branche della medicina.

Attenzione alle parole: non mentono mai.
Per il geometra Artioli & C. la comunicazione si limita al «servizio di pompe funebri agli orari di apertura degli ambulatori»? E il resto, ciccia?
E per vedere numeri e cifre? Iscritti a soci e respinti e perché respinti in una associazione che nasce sotto il segno del Vangelo? Si dovrà ricorre a cosa? All’ariete che sfonda le porte e le mura della ‘fortezza della solitudine’ di Nembo Kid? Ma via!

Diversamente non sarà più attivo il servizio di intramoenia tenuto da liberi professionisti, che, grazie a una convenzione con l’Asl, permetteva di effettuare particolari tipi di visite nella sede dell’associazione. La convenzione, infatti, non sarebbe stata rinnovata a causa della spending review.

Su queste ultime bufale, inutile insistere. Chiudiamola qui.
Ma se informazione ha da essere fatta – e non pezzettini di ciccia macinata da gettare al gatto –, facciamola seriamente spiegando a tutti (a partire, in primo luogo, dai collaboratori-sfruttati dei giornali) che le notizie non vanno prese solo da chi ha troppi interessi a darle per difendere se stesso.
La prima cosa da fare quando si scrive per la gente, i lettori i cittadini, è non fidarsi di chi ci racconta senza mostrare prova certa di ciò che dice (e Artioli ha sempre nascosto bilanci e sentenze per le quali ha perso mezzo milione di euro): e di andare a cercare più in là e di più.
Gente… quando basta basta!

[Questo intervento è scritto e prodotto come espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 7 luglio 2013 | 19:25 - © Quarrata/news]

2 commenti:

  1. Bianchini : fra i vari e corposi punti toccati, la figura più scialba la fa il correttore don Tofani. Se la Misericordia è quella della mia gioventù, quella di Don Luigi Stefani, questo Tofani è veramente "il tarlo".In bocca al lupo per il divenire dell'articolo. Dubito possa dare i suoi frutti a livello di verità.Don Tofani che macchina guida? Un ultimo tipo sponsorizzato? Che tristezza!!!!!

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  2. E a rigor di logica, quale spesa per l'ente pubblico sarebbe stata tagliata dalla "spending review"?
    Dal momento che, tolta la percentuale dovuta alla Misericordia (e perchè poi definire l'accordo "a titolo gratuito" se la USL avrebbe ceduto dal 12 fino al 36% degli incassi?!) e quella destinata ai professionisti, il resto sarebbero stati tutti soldi facili facili per la USL!

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