martedì 17 settembre 2013

«BASTA CON IL COMUNE UNICO: PUNTIAMO INVECE SU UNA PIÙ REALISTICA UNIONE DEI COMUNI»


di Tommaso Braccesi [*]

La Regione Toscana deve assumere un impegno forte in favore della montagna – È l’ora che la Magistratura concluda le indagini sulle ruberie della Comunità Montana

PISTOIA-MONTAGNA. Il dibattito sul Comune unico montano è partito male e male prosegue mentre la strada si fa sempre più in salita: il turismo langue, i servizi calano, il degrado aumenta, le prospettive diminuiscono, i residenti si ritrovano sempre meno e sempre più anziani. Il clima di sfiducia e abbandono si fa sempre più affannoso.

In questi anni la politica non è riuscita a fare il suo dovere: fornire strumenti di speranza per ribaltare ciò che ormai sembra un destino inevitabile, la chiusura. Il dibattito sul futuro dell’ospedale “Pacini” e sul Comune unico evidenzia limiti sconfortanti, di progettualità e di senso, sullo sfondo di una vicenda (gli ammanchi nella Comunità Montana) su cui è l’ora che la Magistratura concluda le indagini in modo da far celebrare i processi, individuare e punire i colpevoli. Far chiarezza assoluta su questa vicenda è il requisito affinché le istituzioni, pesantemente colpite, possano sperare di ritrovare una credibilità oggi persa.
Temo si sia smarrito l’obiettivo primo del fare politica: aiutare i cittadini ad avere servizi migliori, a vivere meglio, grazie a istituzioni amiche e non estranee. Mi riferisco non solo ai cittadini della montagna ma anche a chi sta in pianura: i cui problemi spesso derivano dalle incurie in cui è tenuta la montagna.
Prima che sia troppo tardi (ma purtroppo siamo già “al lumicino”) è la Regione Toscana che deve assumere un impegno forte in favore della montagna. Infatti se in una regione soffre la montagna, a soffrire è tutto il territorio.
Si giri pagina e si imbocchi la via di una politica seria verso la montagna. Si affidi all’Irpet, ad esempio, uno studio socio-economico di qualità capace di dare, in tempi brevi, un supporto adeguato ai problemi di questa parte importante di Toscana.
Sulla montagna pistoiese, ad esempio, esistono potenzialità elevate, iniziando proprio dall’ambiente e dal valore aggiunto del verde. Vanno conosciute, difese, valorizzate: ma con un approccio di qualità, non con le improvvisazioni troppe volte viste.
E si abbandoni la prospettiva, cervellotica e destinata a fallire, del Comune Unico puntando invece su una più realistica Unione dei Comuni (meglio se “speciale” come disciplinata dalla LR 37/2008): i Comuni montani non hanno saputo cogliere subito questa occasione. Fu un grave errore. Prima si rimedia, prima si riparte. I Comuni, e le comunità che qui ancora vivono, devono unirsi: spingere insieme verso un radicale cambio di rotta.
Basta con i pasticci: quella che si apre deve essere l’ora della qualità. Altrimenti non ne usciamo.
[*] – Consigliere comunale Pd di Pistoia
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[Martedì 17 settembre 2013 | 10:50 - © Quarrata/news]

5 commenti:

  1. Gentile Sig. Braccesi, ha constatato la pochezza dei nostri amministratori montani? C'è chi vuole cambiare regione (Danti), chi un giorno è a fianco dei comitati e delle associazioni per la salvaguardia dell'ospedale ma quando si svolge un dibattito interessante nel loro Comune, come quello organizzato da Quarrata/news a San Marcello il 23 Settembre us, non si fa vedere (Cormio). Tutti accomunati della volontà di far calare il silenzio sulla vicenda comunità montana. Le risparmio altri esempi perchè quelli appena elencati sono già molto gravi. Crede veramente che questi amministratori siano in grado di fare buona politica, mettere in campo idee valide e pianificare progetti nell'interesse dei cittadini? Di fronte a così manifesta incapacità, senza un adeguato e continuo sollecito alla Regione Toscana, come pensa che quest'ultima possa impegnarsi per risollevare le sorti della montagna? E' sicuro che anche in Regione, come probabilmente in Provincia, sia presente la buona politica e la volontà di migliorare le cose?

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  2. Dott. Tommaso Braccesi, leggo nel suo scritto, forse è una mia impressione nel dargli una chiave di lettura, che Lei sarebbe favorevole a far andare tutto verso una soluzione tipo, quel che è stato è stato, cerchiamo di ripartire, chi ha dato ha dato chi ha avuto ha avuto, mettiamoci una pietra sopra e chiudiamola qui.

    NO, chi ha rubato deve essere condannato, compreso quelli che lo hanno permesso.

    E poi, lasci perdere i sociologi, L'Irpet e gli esperti degli studi socio - economici. Credo sia sufficiente liberarci da questa massa di politici incapaci e dai ladroni che hanno rubato e vedrete che in Montagna, ci sono risorse e intelligenze sufficienti per ripartire.

    Perché anche Lei si fa avanti solo adesso, cosa La spinge a farlo?

    Ma Lei, dove si trovava mentre la Montagna veniva saccheggiata?

    Lei porta un nome importante che sulla Montagna evoca ricordi, ma anche Lei è troppi anni che è sul palcoscenico della politica e dal mio punto di vista, ha cercato di galleggiare come tanti altri. Non sarà che vede una sua possibilità , ma soprattutto il partito del quale fa parte di voler continuare a saccheggiare ancora questo nostro territorio?
    Credo che non ci possiamo aspettare da Lei e dagli altri attuali politici – artefici della rovina – che rendiate come sostiene il Sig. Gianpaolo Merciai la Dignità perduta alla nostra Montagna.

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  3. Per onestà intellettuale, caro Montanaro, trovo difficile attaccare in questo modo Tommaso Braccesi che, se leggi bene, ha scritto cose - e non in politichese stretto -molto chiare. Sia sui processi da fare per condannare i colpevoli (chi ha rubato ma anche chi ha permesso. E' scritto, non hai letto?) nelle vicende comunitarie e sia sulla necessità (che anche a me pare evidente) di partire - se davvero vogliamo un futuro di sviluppo per il territorio montano - dalla qualità. Non dalle chiacchiere o dai discorsi da bar.

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  4. Gent.mo Sig. Tommaso Braccesi, l'analisi che fa della situazione sulla montagna pistoiese non fa una piega. Anche la cura è decisamente condivisibile. Come accade nella vita prima ci si fidanza e poi, forse, ci si sposa. L'auspicata soluzione dell'Unione Speciale dei Comuni, presentata a Cutigliano proprio la sera in cui la Concordia si adagiava sul fondo dell'Isola del Giglio, era stata votata dai singoli consigli comunali, per poi non trovare attuazione all'interno della Giunta della defunta Comunità Montana Appennino Pistoiese, in cui erano presenti i Sindaci con il supporto del voto del proprio consiglio ... Ci è stato raccontato che l'Unione speciale avrebbe avuto un deficit di circa 250.000 euro l'anno quindi non sarebbe stato opportuno farla. Le deleghe, così come il patrimonio, sono passati sotto l'amministrazione della Provincia e, come per miracolo, sono apparsi introiti per 1,3 mln/anno + arretrati per i BIM (Bacini imbriferi montani ossia diritti - soldi - che dovrebbero pagare coloro che producono energia idroelettrica) per circa un altro milione. Questo aspetto è ancora oscuro e nessuno degli amministratori di maggioranza o opposizione ha preso la briga di spiegare come veramente sono andate le cose e quali fossero le motivazioni reali. Oggi la Concordia è stata raddrizzata, il mio personale augurio che si raddrizzi anche l'ingegno dei montanari e sia percorsa una via che porta a qualcosa, voglio credere che l'interesse dei politici non sia quello di rendere un territorio ancora più desertificato o di chiudere definitivamente con un "nulla di fatto" la triste vicenda della Comunità Montana Appennino Pistoiese.

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  5. TOMMASO BRACCESI RISPONDE:

    Sono lieto che il mio recente intervento (in realtà non il primo sulla situazione della montagna pistoiese) abbia stimolato riflessioni e discussioni, non solo sul cosiddetto comune unico ma su varie vicende. A cominciare dalla comunità montana dove - lo ripeto nuovamente - è necessario fare chiarezza assoluta (punendo i colpevoli). Solo così le istituzioni potranno recuperare la credibilità oggi persa.
    Sono poi orgoglioso di leggere che il cognome che porto “evoca ricordi”, e aggiungo a me anche sentimenti, insegnamenti e doveri. E se oggi, oltre il lavoro (che per fortuna ho, tengo stretto e inoltre mi dà libertà), il volontariato e la famiglia, riesco a trovare un po’ di tempo per la politica è proprio perché mi è stato insegnato che è la forma più alta di carità e mai può essere assimilata a un mestiere.
    In ogni modo sarei molto contento di poter confrontarmi - nel merito - delle potenzialità della nostra montagna, e allo stesso tempo non mi sottraggo a rispondere dei miei comportamenti politico/amministravi passati e attuali, ma sempre nel merito delle questioni. Se ritenete potete chiedere il mio numero di cellulare al blogger Bianchini che autorizzo fin da ora a comunicare.

    Tommaso Braccesi

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