giovedì 3 maggio 2012

COMUNITÀ MONTANA. RELAZIONE-ELLER, QUALCOSA NON TORNA


di Edoardo Bianchini

L’aritmetica zoppa delle uscite e degli ammanchi – Occorrerà rivalutare la cifra complessiva delle somme sottratte – Il problema del ‘doppio ruolo’ di Eller e della segretazione di parti della sua relazione

SAN MARCELLO-MONTAGNA. Nei giorni scorsi ci siamo occupati più volte del problema del ladrocinio istituzionalizzato e continuato alla Comunità Montana.
In un post specifico (Comunità Montana e ammanchi. La posizione del Pdvedi) ci siamo perfino sbilanciati a fare dei conti e abbiamo scritto:

se l’ammanco è di 13 milioni di euro negli ultimi 10 anni come si è sentito dire,
le ruberie sono state di 25.171,51 milioni di vecchie £ire: pari a 2.517,151 milioni di vecchie £ire all’anno, pari a 209,7625833333333 milioni di vecchie £ire al mese, pari a 6,992086111111111 milioni di vecchie £ire al giorno, ossia € 3.611,06663843369; il che – come si direbbe – non sembra proprio un bruscolino.

Ebbene, senza niente togliere alla fiducia di chi ha provveduto alla revisione e alle indagini sui conti, pur non essendo noi dei maghi dell’economia e della matematica ragionieristico-finanziaria come potrebbero esserlo Monti e tutta la caterva dei suoi superesperti, Bondi compreso, permetteteci di dire che c’è qualcosa che non torna, che non può tornare e che, alla fine, molto probabilmente non tornerà.
E siamo convinti che, da ultimo, occorrerà dare una sforbiciata al conto dei 13 milioni di euro, perché, anche se Sichi non registrava niente, per poter sottrarre la cifra di cui si parla, tra riscossioni illecite di tutto (legna, frutti di bosco o chissà che) e prelievi bancari in tesoreria, comunque si sarebbe dovuti arrivare a cifre diarie dell’ordine di circa 7 milioni delle vecchie lire al giorno.
Ora: pur ammettendo che Sichi riscuotesse al nero e con ricevute irregolari, una parte di prelievi comunque avrebbero dovuto avvenire attraverso la tesoreria della Comunità Montana – la Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, a quanto ci dicono. Perciò tutti i prelievi giornalieri – e di tutti gli ultimi dieci anni – dovranno comunque risultare per tutte le cifre, dalle più grandi alle più piccole, negli estratti di conto corrente.
Ma è mai possibile anche solo pensare che ogni giorno, tutti i giorni, come con l’Activia della Marcuzzi, il signor Sichi potesse ritirare, brevi manu, almeno – diciamo – il 50% degli aritmetici circa 7 milioni di vecchie lire necessari per arrivare, in 10 anni, a un monte-premi di 13 milioni?
Se è vero che la contabilità della Comunità Montana, a detta di Luca Eller Vainicher, era ‘più scassata di quella dell’ultima salumeria della Toscana’, è altrettanto incontestabile il fatto che, un traffico da circa 7 milioni il giorno di ammanchi, avrebbe dovuto portare a un prosciugamento di qualsiasi risorsa, a un punto tale di non poter pagare gli stipendi dei dipendenti e non solo in alcuni casi (come ci ha detto anche Giovanni Sauro Armano – vedi), ma per mesi e mesi, se non addirittura per anni. Sarà pure un conto della serva, questo, ma non sembra del tutto irragionevolmente stupido.
Un altro problema, che si evidenzia nel silenzio generale – almeno se non ci siamo sbagliati e ci stiamo sbagliando –, è il fatto che, in rapporto al settore dei lavori pubblici della Comunità Montana, niente si sente dire della situazione economico-contabile. Ripetiamo se non ci è sfuggito qualcosa: e lo sottolineiamo con forza per non venire tacciati di pressappochismo.
Nel settore Lavori Pubblici, infatti, si dovrebbero concentrare al massimo grado le risorse finanziarie per portare avanti i cosiddetti progetti. Sarebbe dunque importante e – diremmo – fondamentale, che uno studio particolare fosse dedicato a questo aspetto-settore, e in maniera analitica e tale da “fare la pelle alle pulci”.
Infine – ma questa, in fondo, è un’opinione – è perlomeno singolare che il tecnico scelto dalla Comunità Montana per verificare gli ammanchi, Luca Eller Vainicher, e quello scelto per gli stessi fini e scopi dalla Procura della Repubblica, confluiscano e coincidano nella stessa persona.
Viene da chiedersi se non sarebbe bastato il solo lavoro (e la sola spesa) richiesto dalla Procura per giungere a conclusioni che, con ogni probabilità, non possono essere che identiche in assoluto dall’una e dall’altra parte: pena l’inattendibilità della perizia.
Per di più la coincidenza delle due mansioni nella stessa persona (che dà tutta l’impressione di un vero e proprio conflitto di ruoli) provoca, a nostro avviso,  un inghippo sostanziale davvero non trascurabile: la segretazione di parti della perizia stessa, fatto che castra, in buona sostanza, il diritto della Comunità Montana di sapere tutto e fino in fondo e fino da sùbito, con negative ricadute anche sul piano dell’informazione e della trasparenza dovuta nei confronti del cittadino stesso che paga le tasse e che, per vie traverse, è stato comunque derubato.
Cosa ne pensate, signori lettori?
Correggeteci se sbagliamo.

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[Giovedì 3 maggio 2012 - © Quarrata/news 2012]

1 commento:

  1. Cosa ne penso io, tuo affezionato lettore?

    Che, al solito, stai facendo un buon giornalismo (e un buon girnalismo significa sempre non contentarsi mai delle verità ufficiali, scavare sempre, fare domande in continuazione ai potenti. E insistere con caparbietà anche se i potenti - vedi Formigoni e altri, ovunque essi abitino - fanno finta di cascare dal pero, non rispondono, fanno le vittime, tentano di ostacolare la libera ricerca, giornalistica, della verità sostanziale del fatti).

    Complimenti per questo post.

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