lunedì 16 aprile 2012

PD IN CRISI A PISTOIA. PARALIPOMENI E POSTILLE ALLE ESPULSIONI-DECADENZE PER CHI NON HA PAGATO LA TESSERA


PISTOIA. Torniamo sul nostro post Pistoia Felix. «Intanto nel Pd sta montando un altro caso» (vedi).
Torniamoci per fare alcune aggiunte e postille a quanto abbiamo già scritto, anche se faremo un gran dispiacere a qualcuno.
Francesca Barontini, avvocato, è la figlia di Roberto Barontini, ex deputato Pri di lungo corso e dirigente prima DS e poi PD, che ora, dopo il caso-Bartoli, è uscito anche lui dal partito, a quanto è stato scritto e letto.

Comunque l’espulsione di Francesca Barontini – che dovrebbe essere stata capogruppo DS in consiglio comunale a Pistoia, probabilmente rientrerà. Ma con la stessa probabilità, si dice, lei uscirà comunque dal partito.
Quanto al nostro precedente post sul problema, Cristina Donati ci ha scritto il seguente commento:

Cristina Donati – Apr 16, 2012 01:53 AM

Quanto affermato da questo articolo in merito alla non esistenza di documenti nazionali che impongano l’espulsione dei membri del Pd eletti e nominati non in regola con i versamenti, è FALSO e TOTALMENTE INVENTATO.
Lo Statuto Nazionale del Partito Democratico, all’articolo 40, comma 5, recita, infatti:
«Gli iscritti al PD, eletti o componenti degli esecutivi istituzionali, non in regola con i versamenti previsti dal Regolamento finanziario, decadono dall’Anagrafe degli iscritti e dagli organismi dirigenti del PD».
Norma completata da quella presenta nel Regolamento Nazionale delle Commissioni di Garanzia, articolo 12, comma 11: «A norma dell’art. 40 comma 5, gli iscritti al PD, eletti o componenti degli esecutivi istituzionali, che, su indicazione e istruttoria del Tesoriere o del relativo organismo dirigente, risultano non in regola con i versamenti previsti dal regolamento finanziario decadono dall’Anagrafe degli iscritti e dagli organismi dirigenti del PD. Qualora la Commissione competente, a seguito di audizione, accerti la volontà di una immediata regolarizzazione, l’iscritto viene reintegrato nell’Anagrafe degli iscritti ma non negli organismi dirigenti».
Vi è poi anche il comma 12 che recita: «Le deliberazioni della Commissione quanto a incandidabilità e cancellazione dall’Anagrafe degli iscritti di cui ai commi precedenti, vengono pubblicate sul sito del PD e sulla stampa».
L’unica norma rimandata al Regolamento Finanziario del Territoriale è quella relativa alla percentuale da versare, che per Pistoia è del 5%.
Questi sono i link ai quali si possono trovare i documenti completi per chi si voglia informare direttamente:
Prima di scrivere o di pubblicare credo avreste il dovere di informarvi.

La ringraziamo delle precisazioni: sempre utili. Non ci crederà, ma ci eravamo già accorti anche noi delle imprecisioni che la signora ci addebita con una certa, per così dire, inutile quanto inopportuna vis polemica, dato che con solare evidenza non riesce ad afferrare la differenza fra il termine imprecisione e i termini falsità e totale invenzione: qualche avvocato del Pd potrebbe spiegargliela per favore?
L’articolo 40 co. 5, che lei cita, ci pare fosse stato così modificato nel 2010, se non erriamo.
Quanto al fatto, come dice la signora Donati, che «Prima di scrivere o di pubblicare credo avreste il dovere di informarvi», la lettrice, con la presunzione tipica di quel Partito che è il suo Democratico, dà per scontato che non lo abbiamo fatto: cosa smentita in re ipsa (se lo faccia spiegare, il senso) dal fatto che citavamo un documento ufficiale del Pd, che era quello che avevamo trovato.
Ma in Italia sono tutti professori, Donati compresa. E pontifica, anche lei, con le sue qualità e prerogative partitiche, dandoci lezioni su come si fa giornale e informazione: probabilmente dovrebbe riconoscersi in un altro genio di questa materia, il Dottor Luigi Egidio Bardelli (vedi). Andrebbero d’accordo sùbito.
Prima di insegnare giornalismo, però, la signora Donati si legga, magari, con la dovuta attenzione, l’art. 2 della legge Legge 3 febbraio 1963, n. 69 (Ordinamento della Professione di Giornalista), nella versione aggiornata al dlgs 26 marzo 2010, n. 59: 
È diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà di informazione e di critica, limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede.
Devono essere rettificate le notizie che risultino inesatte, e riparati gli eventuali errori.
Giornalisti e editori sono tenuti a rispettare il segreto professionale sulla fonte delle notizie, quando ciò sia richiesto dal carattere fiduciario di esse, e a promuovere lo spirito di collaborazione tra colleghi, la cooperazione fra giornalisti e editori, e la fiducia tra la stampa e i lettori.
Una cosa è certa, peraltro. Se la signora Donati, così vivacemente virulenta, niente ha da eccepire sui nomi e sui fatti sostanziali riportati nel nostro post, altro non ci fa che un grande elogio: confermando, con ciò, che quanto abbiamo scritto è davvero – per citare la stessa legge dell’Ordine – la «verità sostanziale dei fatti», per i quali, con ogni evidenza, abbiamo osservato tutti «i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede».
E, con sua buona pace, sfidandola a provare il contrario, la invitiamo serenamente a mantenersi più calma nelle sue esternazioni, perché… ragioniamo:

  1. se niente successe per i brogli elettorali del Seggio 11 di Ponte alle Tavole (e sì che lì ce n’erano di falsità!)
  2. e niente fu fatto perché, se anche fosse stato fatto, fu detto che niente sarebbe cambiato per la stravittoria del Berti-nelli,
  3. cosa cambia, per noi, avere o non avere citato l’art. 40 co. 5 dello Statuto nazionale del Pd, rispetto alla cacciata (non contestata) dei furbetti di Pistoia?
È quasi un sillogismo aristotelico (Berti-nelli glielo spieghi): vogliamo essere logici, signora Cristina, o semplicemente Democratici?
Per forza Bartoli non poteva rimanere in partito così!
Edoardo Bianchini
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 16 aprile 2012 - © Quarrata/news 2012]

3 commenti:

  1. molti amministratori del PD non erano in regola coi versamenti al partito. lo abbiamo denunciato, dentro il partito, come Circolo Pistoia Centro, fin dal 2009. e lo stesso segretario Bruni, ancor prima di essere confermato dal congresso del 2010, ammise pubblicamente che c'era questo problema.
    ora quasi tutti, pare, si sono rimessi in pari. ma sarebbe interessante che persone attualmente ricandidate spiegassero come mai non hanno versato il contributo al partito per anni, rimettendosi in pari solo all'ultimo tuffo. Mesi fu proposto, mi pare dall'assessore del Comune di Monsummano Buccellato, che gli amministratori pubblicassero la ricevuta del bonifico effettuato a favore del PD. però poi, se ben ricordo, lo fece solo lo stesso Buccellato.
    Paolo Beneforti

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  2. ora la Commissione di garanzia del PD pistoiese fa sapere che non è vero che ci siano state espulsioni: http://www.pdpistoia.it/comunicato-del-presidente-della-commissione-provinciale-di-garanzia/
    tralascia però di dire chi non ha pagato gli arretrati entro il termine fissato dalla Commissione medesima, e che quindi dovrà essere espulso benché ancora il provvedimento non sia stato eseguito.

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  3. Quasi quasi mi sento onorata :)
    Una semplice precisazione sulle regole del Pd, dovuta, visto che nell'articolo se ne negava l'esistenza e si davano notizie false (e che non esisteva nè una correzione nè un nuovo articolo a smentita), ha provocato addirittura un nuovo intervento.
    La mia sarebbe addirittura una "inutile e inopportuna Vis Polemica".
    E' interessante, sa, Professore? Davvero interessante. Lei, voi, scrivete cose inesatte, ne ricavate teoremi, date informazioni sbagliate a chi vi legge, e poi, io, poichè preciso e aggiungo informazioni, sono inopportuna?
    Devo dire di trovarlo divertente.
    Come trovo assai divertente il suo arrampicarsi sugli specchi nel dire che lo statuto è stato modificato nel 2010 (siamo nell'aprile 2012, lo sa?). Bastava andare sul sito del Pd nazionale e consultare quello vigente.
    E trovo anche divertente il suo dirmi di rivolgermi ad un avvocato per farmi spiegare certe differenze.
    MI dica Professore: le cose che erano scritte in quel pezzo, alla luce dello Statuto del Pd e del Regolamento delle Commissioni di Garanzia, erano vere o no?
    Lei ha negato o no che esistessero?
    Le ha poi smentito o no?
    Le cose che Lei ha scritto non erano imprecise, visto che ha più volte insistito sul fatto che non esitevano regole nazionali, che non c'erano norme statutarie. Erano del tutto sbagliate.
    Mi chiede cosa cambia per voi nel non aver citato lo Statuto e il regolamento. Cambia il senso stesso dell'articolo, Professore. Suvvia, lo sa bene.
    E' Lei stesso a citarmi i "doveri del giornalista" e penso dovrebbe ricordare che il primo dovere di un giornalista è quello di informarsi e poi informare, puntualmente e senza errori. Di raccontare la realtà dei fatti con la massima obiettività possibile. La smentita, il diritto di replica, dovrebbero essere l'estrema ratio di un professionista che sa fare il suo lavoro.
    Questo cambia: la differenza fra un buon articolo che racconta l'intera realtà e uno che non ne cita un pezzo.
    E le assicuro, per quanto Le faccia comodo scriverlo, che il mio intervento non conferma e non smentisco nulla, nè dal punto di vista sostanziale, nè da altri. Fornisce solo delle notizie che Lei ha deciso di non dare oppure non conosceva quando ha scritto questo pezzo.
    E a proposito: anche avessi informazioni che confermano o smentiscono quello che scrivete, non ve le darei. Vede, Professore, io sono una dei garanti del Territoriale pistoiese e considero la riservatezza cosa fondamentale.
    Per noi ha scritto oggi il nostro Presidente, Aldo Bartoli. E se ci saranno altre cose da dire lo saprete, come tutti gli altri, da comunicati ufficiali. Quelli previsti nel comma 12 che ieri vi ho citato.
    Sorvolo sulla questione Ponte alle Tavole (che Lei tira fuori evidentemente solo per cavarsi d'impaccio, ma che non c'entra proprio nulla con l'argomento) e sulle sue valutazioni su di me e sul mio Partito. Generalmente danno la dimensione di chi scrivi più che di colui di cui si scrive. E poi vede,: io credo che ognuno abbia diritto a pensare quello che vuole. Quindi: faccia pure.

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