martedì 10 aprile 2012

AGLIANA. ANCORA SPESE A CARICO DEI CITTADINI


Amministrare in nome del popolo: arriva il Tar e… le case vanno restituite – Una nuova incredibile vicenda di ‘espropri andati a male’ per il Sindaco Eleanna

AGLIANA. È primavera, sono tornate le rondini.
Una di queste mi ha cinguettato di un’incresciosa vicenda dell’ennesima sentenza del Tar della Toscana che rièsuma un lontano caso dimenticato, ambiguo e preoccupante, non per i contenuti (riguarda infatti materia d’espropriazione di terreni), ma perché potrebbe veder attuata la massima del costituzionalista Calamandrei: “...una sentenza del Tribunale può far diventare nero, il bianco e bianco, il nero”.
Sembra, infatti, che la controversia tra il Comune di Agliana e i sigg. G. e A. sull’espropriazione di un loro terreno sia stata definita da una recente sentenza con vittoria di questi ultimi e piena soccombenza del Comune.

La vicenda riguarda – per riflesso - tutte le case che insistono sul fazzoletto di terreno di circa 520 metri quadrati, posto in angolo tra via E. Colzi e via delle Lame, originariamente espropriato dal Comune per costruirvi delle residenze economiche e popolari, mai costruite, peraltro.
Sembra
  • che la sentenza abbia riconosciuto l’illegittimità del provvedimento d’espropriazione, mai concluso e formalizzato, statuendo il risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale;
  • che il Tar abbia riconosciuto l’invalidazione piena dell’atto d’esproprio e quindi, l’illegittimo trasferimento della proprietà del terreno che non è mai stata effettuata e conclusa;
  • che anche gli atti rogati per gli acquisti delle residenze da parte di terzi (sicuramente ignari) siano possibilmente inficiati e invalidati ab origine, mancando il presupposto originario del titolo di proprietà di chi ha costruito le residenze;
  • anche che, in questi giorni, la parola passerà al Genio Civile, chiamato dal Tribunale alla stima del terreno per la determinazione del risarcimento necessario alla soddisfazione dell’abuso nella misura di Giustizia;
  • infine, che la proprietà di tutto ciò che insiste sul terreno, potrebbe essere trasferita agli originari proprietari dell’appezzamento: gli attuali proprietari-residenti potrebbero veder precipitare la loro agognata abitazione nel baratro aperto dalla sentenza.
Un nuovo terremoto starebbe per arrivare, dunque, per la Giunta Aglianese, chiamata a render conto ai cittadini di gravi illeciti dovuti a iniziative svolte quando la signora Ciampolini era appena adolescente, un sindaco che, se potrà non sentirsi moralmente responsabile delle conseguenze, non sarà sollevato dalle responsabilità politiche conseguenti e dall’onere del risarcimento dei danni da parte della sua Amministrazione, perpetuata in continuità di partito politico da oltre sessant’anni.
La notizia ‘soffiàtami’ dalla rondine, aggrava il già pesante fardello del caso “Capitini”, l’affair-Gentili, il concorso Nesti-Goduto e altre amene vicende giudiziarie che pesano con risarcimenti milionari sulle stremate tasche degli aglianesi e dunque – ahimè - anche dello scrivente.
Questa è la dimostrazione – per chi preferisce i fatti alle chiacchere – di cosa sia un governo monocolore che regna indisturbato per e da decenni su un territorio, grazie al sostegno di maggioranze bulgare.
È solo con l’alternanza che si possono impedire situazioni di questo genere, vòlte all’attuazione di clamorosi impicci in spregio a certi essenziali diritti degli amministrati, da sempre trattati come dei sudditi e non come cittadini.
Ma la domanda ghiotta è davvero un’altra: i signori G. e A., così improvvisamente resi capaci di rientrare nella proprietà del fondo grazie alla sentenza del Tar, andranno a esercitare la stravolgente azione di revocatoria per la restituzione dei terreni comprensivi delle residenze indebitamente costruite e lì solidamente comprese?
Ai posteri l’ardua risposta.
Il semplice cittadino giornalista
Alessandro Romiti
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[Martedì 10 aprile 2012 - © Quarrata/news 2012]

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