sabato 10 marzo 2012

APR-BARDELLI/MARIA ASSUNTA IN CIELO. ALCUNE NOTE A MARGINE


I molteplici ruoli e figure rivestiti da don Pancaldo 60.363 azioni lo rendono secondo socio-azionista di Tvl dopo Luigi Egidio Bardelli  Le risultanze delle visure camerali

PISTOIA. Corre voce che in Curia – che ufficialmente tace – vi siano malcelati malumori nei confronti di don Diego Pancaldo, per le molteplici parti in commedia da lui recitate nell’intricato “affaire Fondazione Maria Assunta in Cielo-Aias/Apr-Tvl/enti vari collegati”.
Parti in commedia che non sempre sembrano perfettamente appropriate al religioso e che potrebbero anche prestarsi a plausibili rilievi sul piano di un certo non so che di conflitto di interessi.

Sembra che don Diego Pancaldo abbia assicurato al Vescovo – che pare glielo avesse espressamente richiesto – di essersi spogliato dei suoi ruoli in Tvl: insomma, di non essere più azionista e nemmeno consigliere di amministrazione.
Vien da dire, però, che – se l’ha fatto – l’ha fatto “alla zitta” e forse nemmeno troppo correttamente. E ora vi diciamo e vi spieghiamo il perché.
Dalla Camera di Commercio, dove certe faccende devono essere per forza rese note, infatti, nulla risulta di tutta questa rinuncia ai ruoli pancaldiani: si veda la visura fresca di ieri che pubblichiamo (documenti 1-2).
Don Pancaldo, ormai noto a tutti come castigatore di lupi (si vedano certi articoli apparsi sui quotidiani locali lo scorso anno) ufficialmente è sempre lì: come azionista e come amministratore di Tvl. Anzi: “secondo azionista” di Tvl, come ama dire Luigi Egidio Bardelli, con 60.363 azioni ordinarie della tv pistoiese.
Forse cessione delle azioni e dimissioni da Tvl – come gli sarebbero state chieste dal Vescovo – saranno delle ultime ore e le pratiche dei trasferimenti di proprietà e delle dimissioni non ce l’hanno ancora fatta ad arrivare in Camera di Commercio e tutto dipenderebbe da questo ‘ritardo’ di trasmissione.
Ma ci sarebbe, anche, la questioncella della “prelazione”, espressamente prevista dallo statuto sociale di Tvl: infatti, per alienare la partecipazione azionaria a chi pare a lui, don Diego Pancaldo, deve comunque prima farne una offerta per trenta giorni agli altri soci della Tvl S.p.A. (documenti 3-4).
Fra gli altri soci di Tvl, c’è anche, per l’appunto, la Diocesi di Pistoia. Ne avranno saputo nulla in proposito? La prelazione, fra l’altro, implica che, a parità di prezzo, siano gli altri soci restanti a prendersi le azioni di don Diego Pancaldo.
Occorre, quindi, ritenere assolutamente improbabile che don Diego voglia alienare le proprie azioni a gratis: perché, altrimenti, tutti gli altri eserciterebbero, giustamente e legittimamente, il diritto di prelazione – oltretutto «per regalo – dice un vecchio detto pistoiese – anche un clistere...».
E, se don Diego ha venduto o ha intenzione di vendere le proprie azioni, a che prezzo le avrà vedute (o le venderà), quelle 60.363 cedoline che possiede di Tvl-Bardelli?
Il grosso del pacchetto di don Pancaldo – le 55.680 azioni rilevate nel 2006 dai vecchi soci lucchesi di Tvl (vedi post «Aias/Apr-Bardelli. Ancora alcune considerazioni sulla risposta di don Diego Pancaldo a Principato») – gli costarono 25.000, quasi 26.000 euro “in contanti”.
O almeno questo dicono le carte; anche se, ripensandoci, verrebbe da chiedersi se ce li abbia messi tutti di tasca sua o, in questo ambaradan, magari attraverso una liberal-donazione da parte di qualche mano benefica (la cosa, volendo, si potrebbe anche appurare alla svelta, perché somme di tale entità è possibile che possono circolare in un battibaleno, ma – quanto a lasciare traccia – sono un po’ come delle lentissime lumachine).
Attendiamo di vedere se le prossime ore porteranno qualche chiarimento nella – come dichiara don Pancaldo – estrema trasparenza dell’operato Maria Assunta in cielo/Aias-Apr-Bardelli/Tvl.
Per ora, in base ai documenti ufficiali, il tutto appare ancora piuttosto opaco.
e.b. blogger
P.S. – A proposito, se don Pancaldo ha già venduto la sua partecipazione azionaria, a chi l’avrà venduta?
La domanda rileva anch’essa sul piano della correttezza, posto che la legislazione sulle imprese editoriali come Tvl, richiede la massima trasparenza sui nominativi dei proprietari (fra l’altro vietando, se non ricordiamo male, anche l’intestazione fiduciaria a dei ‘prestanome’…).

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Sabato 10 marzo 2012 - © Quarrata/news 2012]

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