giovedì 9 gennaio 2014

PROCESSO SANDRO MANCINI. UNA NOTA DI PUNTUALIZZAZIONE DELLA MOGLIE DELL’IMPUTATO


«Mio marito non ha fatto alcuna raccomandazione a chicchessia, come erroneamente potrebbe pensare qualche lettore poco informato»

PISTOIA. Da Iolanda Roggio Mancini, moglie del luogotenente Sandro Mancini della polizia giudiziaria, rinviato a giudizio e, ora, all’udienza del 28 gennaio, riceviamo la seguente puntualizzazione:

Gentile direttore, mi sarei astenuta dall’intervenire ma (in riferimento all’ultimo capoverso del suo intervento per rispondere alla signora Anna Maria nell’articolo “Spaghetti, pizza e mandolino…”, ed in riferimento all’articolo a firma Felice De Matteis sul “Deserto dei Tartari”) mi preme precisare che mio marito, il luogotenente Sandro Mancini, non ha fatto alcuna raccomandazione a chicchessia, come erroneamente potrebbe pensare qualche lettore poco informato.
Si è semplicemente limitato a svolgere le sue funzioni investigative sulla formazione delle graduatorie di accesso alle scuole materne di Pistoia, perché una coraggiosa mamma vigilessa di Pistoia aveva presentato una denuncia esternando i suoi personali sospetti sulla formazione delle graduatorie, che vedevano ingiustamente esclusa la figlia.
Mio marito viene accusato di aver ritardato la comunicazione della notizia di reato per sottrarla alla direzione della locale procura e/o di quella di Genova, visto che tra i presunti favoriti vi erano un dirigente comunale ed un magistrato di Pistoia.
Tanto dovevo in difesa del mio congiunto e indirettamente anche mia e dei nostri figli. Tutti rimaniamo fiduciosi nella correttezza dei giudici chiamati a giudicare; lo siamo meno per quegli inquirenti del “caso”, ma del resto è stato lo stesso Csm, nella nota resa pubblica nel TG2 del 12 maggio 2012, a screditare tale ufficio rimuovendo il Procuratore Capo al quale, già dal 2008, si oppone mio marito.
Allego il capo di imputazione e lascio a Lei le relative interpretazioni, anzi, gradirei ricevere un suo parere in merito.
Cordialità,
Iolanda Roggio in Mancini


Gentilissima Signora Iolanda,
l’unico parere che posso darle sul capo di imputazione – ovviamente tutto da dimostrare nei termini di legge: anche se, in questo Stato, devo purtroppo riscontrare una sempre minor cura nel sapersi attenere, ad ogni livello, alla più rigorose linee del rispetto della legalità – riguarda un dato oggettivo che mi ha un po’ stupito: si parte, infatti, con lo stabilire che il processo si farà il 23 settembre 2014, alle ore 10, ma poi, con un asterisco, si chiosa l’anticipazione al 7 gennaio 2014.
Non c’è, almeno all’apparenza, una ragione per questa sostanziosa inversione. O forse chiedo troppo da quando leggo – su certe sentenze della Cassazione, organismo di legittimità – «ci sono sufficienti motivi per compensare le spese»: di grazia quali? È una motivazione, questa, degna, appunto, di un organo che si occupa della legittimità degli atti? O è un modo per fare alla svelta e basta?
Mi permetta, a questo proposito, di tornare sui dubbi su cui ragiona anche m.d. (Massimo Donati?) stamattina sul Tirreno a proposito delle decisioni, sempre del Csm, di inviare a Pistoia, come Capo della Procura, il dottor Canessa. Provi anche lei a leggere con attenzione il testo dell’articolo nella foto qui a lato.
Purtroppo abbiamo non un Paese che va in rovina, ma una rovina di Paese già del tutto rovinato (veda, a questo proposito, il Governo e gli insegnanti, il Governo e l’Imu, il Governo e la Mini-Imu: ma anche il Governo e l’industria, l’Ilva, la Breda…).
Un Paese in cui, perfino l’espressione di un libero giudizio come questo che le sto scrivendo, rischia, purtroppo – e nonostante la Corte Europea di Diritti! – di finire sotto inchiesta perché ritenuta lesiva: di cosa, mi chiede? Del crimen lesae maiestatis, insomma nei confronti di chi esercita il o un qualche potere.
Insomma, signora, non siamo per niente messi bene: neppure in certi àmbiti che dovrebbero esserci di garanzia; che giudicano in nome nostro (del popolo italiano, cioè), ma che, a loro volta, sono giudicati (legga questo interessante articolo: Corruzione, giudice fallimentare Roma arrestato: l’inchiesta si allarga) a dir poco “alquanto imperfetti” nella loro teorica perfezione…
Da persona libera, ancor prima che aperta e liberale, mi auguro che stavolta le cose vadano bene: per suo marito, per lei, per i vostri figli. E perciò anche per noi cittadini qualsiasi.
Dato che quel palazzo è sempre e comunque un motivo di grande sofferenza, angoscia e stress. Specie per chi è buon cittadino e fedele servitore dello Stato.
Con i più cordiali saluti e auguri di una veloce soluzione positiva,
Edoardo Bianchini
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[Giovedì 9 gennaio 2014 | 11:35 - © Quarrata/news]

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