martedì 7 gennaio 2014

PRATO, I CINESI, LO SFRUTTAMENTO DEL LAVORO, LA MAFIA DI STATO E NELLO STATO: E UN PD CHE NON FA NULLA


di Piero Giovannelli [*]

Lettera aperta alla Senatrice Valeria Fedeli, Vicepresidente del Senato

ricevo puntualmente e leggo con attenzione le Sue e-mail, sia pure senza, finora, averLe mai risposto.
Questa volta, volutamente in ritardo per quanto riguarda la tragedia di Prato di inizio dicembre, ma aggiungendo altre brevi considerazioni su fatti successivamente accaduti, ho deciso di farlo.

Intanto, per quanto riguarda il caso degli operai cinesi morti a Prato l’impressione “a pelle” che in molti abbiamo è che, passato il momento delle emozioni e delle dichiarazioni di rito, tutto sia stato dimenticato, come avviene per tanti fatti di questo mondo, del resto, e le cose, nell’area pratese come altrove, continuino ad andare esattamente come prima.
Se vogliamo però rinfrescarci la memoria e ritornare a quanto accaduto a caldo, ecco cosa è il caso di ricordare:
1) Le dichiarazioni di Enrico Rossi, attuale governatore regionale, e prima ancora, e lungamente, assessore alla Sanità, il quale afferma che quello pratese è il più grande distretto della confezione “sommerso”, che siamo in presenza di un grossissimo sistema di sfruttamento, con i lavoratori ridotti in schiavitù, e con una vera e propria emergenza umanitaria in atto; ed ancora, con pericoli gravissimi di nuovi incendi ed esplosioni, in mancanza totale di un vero e proprio sistema antincendio, nell’ambito di un sistema totalmente autarchico e finora impermeabile alla legge dello Stato.
2) Il silenzio tombale invece, che stupisce ed indigna, del sig. Claudio Martini, segretario del Pci pratese dal 1985 al 1988, sindaco di Prato dal 1988 al 1995, successivamente, tra l’altro, assessore alla Sanità della Regione Toscana, governatore della medesima Regione Toscana dal 2000 al 2010, adesso comodamente fatto planare dall’apparato di partito nelle aule del Senato della Repubblica.
3) Le Sue dichiarazioni, infine, egregia senatrice, sulla cui sincerità e grado di partecipazione, certamente non mi permetto di dubitare, oltre ad una mozione ed una interrogazione in senato, sull’argomento, entrambe ben documentate, di cui Le do volentieri atto.
Ma, a questo punto mi chiedo: dove eravate tutti, chi più e chi meno, fino a che non è accaduto l’irreparabile? A Prato la situazione era ed è conosciutissima, ma a tutti faceva e fa comodo tacere.
Io, che credo di essere una persona più o meno normale quanto a perspicacia, sono passato una sola volta in vita mia dall’area del Macrolotto e subito ho intuito in quale mondo allucinante, senza ordine e senza regole ero capitato.
E voi tutti, politici di professione da decenni, e da decenni occupanti di cariche di assoluto rilievo nel campo della amministrazione pubblica in Toscana ed oltre, ripeto, dove eravate? Da che parte stavate e state in realtà? Chi credete di prendere in giro con certe tardive ed inutili prese di posizione, già scolorite ed appassite dal trascorrere di alcune settimane e dalle feste natalizie arrivate nel frattempo? Quale potere avete (o non avete) di dare una vera e propria sterzata alle cose, di contrastare gli interessi economico-finanziari consolidatissimi che si nascondono dietro alla presenza cinese nell’area pratese? Quale potere e volontà ha la “Politica” di fronte alla tenaglia della criminalità organizzata che, certamente “tiene in mano” tutto il sistema?
Lo sa Lei che l’intera Toscana è infiltrata alla grande di mafia, camorra e n’drangheta, ma nessuna analisi, nessun progetto di contrasto e di risveglio delle coscienze emerge dalle varie segreterie politiche, a cominciare da quella Pd? Tanto per chiarire meglio, tantissime informazioni in merito all’argomento io le ho apprese non in quanto simpatizzante, tesserato, attivista Pf, ma dal mio parroco, (parrocchia di Vicofaro, Pistoia), molto attivo ed impegnato in materia, anche grazie ai suoi stretti contatti con la associazione che prende il nome da Antonino Caponnetto, grande magistrato ai tempi del pool antimafia che comprendeva anche Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Anzi, se devo essere sincero fino in fondo, in particolare durante un congresso Pd alle aree Breda di circa due anni fa, notai come nessuno dette il peso che meritavano alle parole del direttore di LegaCoop di Pistoia, il quale denunciò con chiarezza le infiltrazioni malavitose nella economia sana, pistoiese e toscana in genere. Si preferì, in quella occasione, riservare assai più spazio alle solite diatribe di chi era un po’ più a destra o un po’ più a sinistra, o ad altri problemi più formali che sostanziali, invece di esaminare seriamente questo aspetto.
Esaurito questo punto, approfitto per richiamare la Sua attenzione su alcune cose accadute tranquillamente in questo Paese di nome Italia senza che un cane abbia avuto il coraggio, la sensibilità, la decenza di elevare una benché minima protesta.
1) Un mafioso assassino di nome Salvatore Riina, si permette, dall’interno di un carcere così detto di massima sicurezza, di telefonare indisturbatamente a chi gli pare per preparare l’eliminazione fisica del magistrato Di Matteo. La reazione è consistita in un silenzio assordante di tutti quelli che avrebbero invece dovuto insorgere come un sol uomo di fronte a questo allucinante episodio. Stando così le cose, viene da chiedersi: chi comanda, allora? Lo Stato o la mafia? O meglio: questa è la conferma di quanto lo Stato sia infiltrato dalla mafia.
2) Un delinquente pregiudicato con sentenza ormai da tempo divenuta definitiva, e per questo faticosamente fatto decadere da senatore continua ancora, per quanto gli è possibile, a tenere in ostaggio la vita politica del Paese, ed a godere, a spese di tutti noi, della scorta che gli era un tempo dovuta in quanto Presidente del Consiglio (sic!), senza che si scateni una vera rivolta per spazzarlo via, e con un Pd totalmente inerte davanti a tutto questo, a parte un po’ di innocue chiacchiere di facciata.
3) Un manipolo di personaggi mediocri e servili arrivati agli scranni parlamentari non si sa per quali “meriti” si è permesso impunemente di insultare con argomenti vigliacchi e stupidi il gruppo dei senatori a vita e di mettere in dubbio le loro capacità ed i loro meriti, ma anche qui nessuno che abbia fatto sentire la propria voce.
4) Infine, in merito alle primarie del Pd alle quali anch’io ho partecipato, votando peraltro per Pippo Civati, si possono senz’altro esprimere opinioni positive, ma senza dimenticare che alla fine hanno interessato sì e no il 6% degli aventi diritto al voto in una elezione normale. Per cui, è giusto essere soddisfatti del loro svolgimento, ma con la misura e la cautela dovuti. E comunque, sarà bene non sottovalutare un particolare assai negativo: lo spuntare come funghi di una notevole messe di voltagabbana in corsa per salire sul carro del vincitore predestinato Matteo Renzi; mi dispiace, ma duro molta fatica a considerare sinceri tanti che fino a pochi mesi fa vedevano Renzi come il fumo negli occhi ed ora hanno così velocemente effettuato una vera e propria “conversione sulla via di Damasco”.
La saluto cordialmente,
[*] – Iscritto Pd con tessera n. 9722 circolo Pistoia Ovest

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[Martedì 7 gennaio 2014 | 09:53 - © Quarrata/news]

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