mercoledì 18 dicembre 2013

LA MAFIA UCCIDE SOLO D’ESTATE


di LUIGI SCARDIGLI

Nel periodo dei cinepanatteoni un film di spessore che fa riflettere

PISTOIA. Un Totò Riina sbeffeggiato dall’elettricista che non riesce a fargli capire l’uso elementare del telecomando per l’accensione dell’aria condizionata, non si era ancora visto.
Per fortuna, nelle sale cinematografiche, è uscito La mafia uccide solo d’estate (a Pistoia è al cinema Roma), un gran bel film che racconta, per l’ennesima volta, la tristemente nota scia di sangue e dolore lasciata dalla mafia siciliana da una prospettiva però fino ad oggi non contemplata dalla cinematografia: quella di un’innocente e dolcissima storia d’amore,
tra il piccolo (Alex Bisconti) Arturo (Pif, che firma anche la regìa) e la tenerissima (Ginevra Antona) Flora (Cristiana Capotondi), che si conoscono sui banchi delle scuole elementari per poi ritrovarsi, grandi, sempre nella loro amata Palermo, finalmente sposati e genitori di un bimbo al quale raccontano, per filo e per segno, dove loro sono cresciuti e dove è nato il loro amore, portandolo a visitare i luoghi dei magistrati, giudici, poliziotti e carabinieri morti ammazzati.
Un docufilm parecchio televisivo, che approfitta dei reportage dell’epoca per riportare alla mente le mattanze mafiose, dal 1969, anno di nascita del regista-protagonista, fino al culmine stragista di Capaci e piazza d’Amelio. Nel mezzo Arturo e Flora, la Palermo che prova ad ignorare, perché terrorizzata, l’escalation criminosa e criminale della mafia con il beneplacito di una parte dello Stato complice, più che inerte.
Insomma, non solo tutti gli agenti della scorta di Chinnici, Falcone, Borsellino e gli altri sacrificati sull’altare indegno di uno Stato colluso, fin nelle ossa, con l’attività criminale, ma anche e soprattutto una Palermo innamorata delle propria storia e della propria cultura, che adora le spiagge e il mare come gli ibis (bomboloni di cioccolato e mascarpone) e che vorrebbe, un giorno di chissà quale anno, provare a vivere come gli altri, gli altri che non devono fare i conti, quotidianamente, con il controllo mafioso.
La pellicola ha goduto del patrocinio dell’associazione Addiopizzo, delle sperticate congratulazioni di uno che la mafia ha sempre provato a combatterla, Piero Grasso e di una coincidenza che tutti si augurano propiziatrice; l’ultimo libro dell’onorevole Angelino Alfano, edito da Mondadori, si intitola appunto La mafia uccide d’estate: se anche stavolta non finisce, come sempre, a tarallucci, morti ammazzati, violenza, omertà, terrore e vino, forse è davvero la volta buona.

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[Mercoledì 18 dicembre 2013 | 09:04 - © Quarrata/news]

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