giovedì 22 agosto 2013

FESTA DEMOCRATICA ALL’OBIHALL A FIRENZE: UN CARTELLONE DI TUTTO RISPETTO


di LUIGI SCARDIGLI

Dagli Inti-Illimani a Marlene Kuntz, fino alla inimitabile Loredana Bertè

FIRENZE. Si inizia con la notte delle cover, martedì 27 agosto, per arrivare all’epilogo del cartellone, giovedì 12 settembre, con l’esibizione dei Gatti Mezzi in compagnia della pianista Giulia Mazzoni. Nel mezzo, sempre sul palcoscenico dell’ObiHall, a Firenze, nell’occasione platea musicale della Festa Democratica 2013, altri sei concerti di considerevole interesse: i Marlene Kuntz (venerdì 30 agosto), che saranno seguiti, il 3 settembre dai Whisky Trail, prologo, per il 5 settembre, dello spettacolo di Daniele Silvestri.
Mauro Ermano Giovanardi sarà il personaggio che animerà il quinto appuntamento in scaletta (7 settembre), mentre mercoledì 11 settembre, a 40 anni dal golpe cileno, il gruppo storico degli Inti-Illimani, intonerà la canzone dei ricordi e delle occasioni, tutte, sprecate.
Ma il motivo per cui mi preme segnalarvi la rassegna musicale fiorentina è soprattutto dettato dalla terzultima tappa del prestigioso cartellone, quella che coincide con l’esibizione (domenica 8 settembre) di Loredana Bertè, 63 anni spesi seguendo solo e soltanto un filo ideale: il suo. Una voce portentosa, sensualissima, musicale, adorata e presa spesso e volentieri in prestito da personaggi di calibro superiore: Ivano Fossati su tutti; un corpo – almeno in gioventù – che ha suscitato parecchie fantasie, tanto che anche la rivista Playboy decise di immortalarla senza velo alcuno; una stravaganza al limite del ragionevole, un’eccentricità spesso imbarazzante e una dose di pura follia mista a totale disincanto che l’hanno sistematicamente tenuta lontano e a riparo dall’onda conformistica che sovente riporta a riva anche spiriti parecchio audaci.
Lei è rimasta lì, vestita di nero, spettinata e truccata fino all’inverosimile, appollaiata su quel trespolo che nessun maroso è riuscito a sradicare continuando a cantare le sue canzoni, vocalismi preziosi, reggae graffianti, jazid pregevoli, rock genuini, senza sapere e curarsi mai di chi e quanti fossero in attesa del suo turno. Loredana Bertè, nata tre anni prima nello stesso giorno e mese (20 settembre) della sorella Mia Martini, ha preferito, pagando a caro prezzo, non rinunciare a se stessa in nome di tutto quel che gira intorno: ha solo e soltanto cantato; come musa ispiratrice di Andy Warhol e preziosa collaboratrice di Pino Daniele, tributando a Luigi Tenco i più alti onori e portando in scena un giovanotto di nome Enrico Ruggeri, duettando con Enrico Lavezzi ed Edoardo Bennato. C’è stato il tempo dell’amore consumato, e che amore: una delle più folli anime dello spettacolo, Loredana Bertè, sposa uno delle ultime reincarnazioni dei Bronzi di Riace, lo scultoreo, taciturno, incommensurabile tennista svedese Bjorn Borg. Matrimonio burrascoso, come tutta la sua vita, come tutta la sua musica.
Domenica 8 settembre, se l’entourage delle Bertè me lo concederà, gradirò intervistarla: le chiederò, espressamente, di intonare, sul palco – qualora il brano in questione non fosse in scaletta – Jazz, versione italiana, liberamente inventata, più che tradotta, di Brazil, un vago originale affidato a 4 tra le voci più belle del mondo, quelle dei Manhattan Transfer.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Giovedì 22 agosto 2013 | 11:59 - © Quarrata/news]

Nessun commento:

Posta un commento

MODERAZIONE DEI COMMENTI

Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.