venerdì 19 luglio 2013

SANITÀ TOSCANA, ‘ALLEGORIA E DERISIONE’

LESSICO FAMILIARE
Piccolo dizionario dei termini
della politica e dei politici toscani

Come per i famosi Borzacchini del Vernacoliere, riteniamo utile introdurre lemmi illustrati della lingua della politica regionale toscana.
Mentre leggete i neretti della nota-stampa regionale pubblicata a fianco, troverete le spiegazioni necessarie qui sotto, con tanto di riferimenti bibliografici).

Aziendalizzazione: processo trasformistico attuato dal Pd su tutta la pubblica amministrazione e lo stato sociale, dopo la fase in cui, rinnegando la propria origine proletaria e di classe ex-Pci, il partito si è mutato da mangiapadroni in padrone più padrone dei padroni (AA.VV., Dai decreti Bassanini con l’introduzione dei superdirigenti all’affossamento della finanza pubblica a favore della borsa e del borsismo, Edizioni delle Botteghe Chiare, Roma, 1995).

DALLA REGIONE TOSCANA

Piano sociosanitario: linee e indirizzi, audizione di Marroni e Allocca – Gli assessori regionali hanno fatto il punto su riorganizzazione del sistema, ospedali territoriali, futuro delle Società della salute – Il presidente della commissione Sanità, Remaschi: «Inizia una fase di confronto che produrrà proposte concrete»

FIRENZE. Riorganizzazione del sistema sanitario, stato di attuazione del Piano sociosanitario integrato, superamento delle Società della salute, percorso di riordino degli ospedali territoriali. Questi i temi al centro della lunga audizione che si è tenuta questa mattina (18 luglio – n.d.r.) in commissione Sanità, presieduta da Marco Remaschi (Pd).
Ad essere ascoltati gli assessori regionali alla Sanità Luigi Marroni e al Welfare Salvatore Allocca, che hanno tracciato il quadro generale e i principi ispiratori delle iniziative in corso.
Marroni ha illustrato alcuni concetti chiave su cui si fonda la rivisitazione del sistema sanitario toscano: personalizzazione della cura del paziente; passaggio dal concetto di patologia a quello di problema di salute; garanzia di equità delle cure; creazione di un sistema salute omogeneo, con il tentativo di superare i meccanismi di finanziamento ora attuati e la ricerca di formule sovraziendali.
L’assessore ha poi spiegato che “la centralità della rete territoriale, che spesso non si è tradotta in modelli strutturali, va incentivata”. Necessario inoltre rivisitare l’organizzazione dei distretti, implementare e mettere a regime le case della salute, riorganizzare i servizi per i non autosufficienti e disabili. Quanto ai piccoli ospedali, Marroni ha ribadito: “Non chiuderemo alcun ospedale, né grande né piccolo. E del resto io non l’ho mai detto. Anche i piccoli ospedali devono avere la loro vocazione e rispondere alle esigenze del loro bacino di riferimento”.
Infine, per quanto riguarda le Società della salute, Marroni ha annunciato che è in atto un confronto per una proposta di modifica con gli enti locali, e che una proposta di legge dovrebbe essere presentata in Consiglio a metà settembre.
L’assessore Salvatore Allocca ha invece posto l’accento sulla necessità di integrazione fra sanitario e sociale. “L’integrazione rimane un punto nodale – ha spiegato – anche se in questi tempi si è fortemente indebolita per motivi che non sono tutti nelle nostre mani”. Come per il fatto, ha proseguito l’assessore, che i vincoli del patto di stabilità gravano sul sociale e non sul sanitario, e che la sanità eroga servizi esigibili, mentre il sociale no. “Dovremo mettere mano al piano sociosanitario integrato facendo alcune modifiche, anche se non di grande portata – ha concluso Allocca –. Ad esempio, chiederemo l’aumento delle quote di risorse distribuite al territorio, in modo che l’85% vada agli enti locali e solo circa il 10% alla Regione, che non può avere il compito di erogare servizi”.
Importante anche puntare sul welfare di iniziativa, in modo da rigenerare un tessuto sociale che è deperito negli anni. Critiche ai contenuti dell’audizione sono arrivate dai consiglieri Marco Carraresi (Udc) e Gian Luca Lazzeri (Più Toscana), secondo i quali gli assessori non hanno risposto concretamente alle domande e alle questioni che erano all’ordine del giorno.
Secondo il presidente della commissione Marco Remaschi, invece, “è da valutare positivamente la ripresa di un percorso sul piano sociosanitario che si era interrotto”. “Nessuno – ha proseguito Remaschi – pensava che stamani sarebbero arrivate tutte le risposte. Credo che il Consiglio regionale debba avere un ruolo propositivo; in questo senso la proposta è che si apra un confronto sui temi dirimenti, in modo da arrivare alla definitiva approvazione del piano entro l’anno”. Per questo saranno messi in calendario numerosi incontri della commissione a partire da fine agosto.
Stefano Mugnai (Pdl) ha commentato che “se il piano sociosanitario si è arenato è perché si è tentato ad ogni costo di difendere e celebrare l’esistente, mentre il mondo è cambiato, anche in Toscana”.
Mugnai ha poi ricordato che la preoccupazione sul futuro dei piccoli ospedali deriva dal preaccordo firmato dalla Giunta con i medici ospedalieri, che di fatto opera una classificazione.
Necessario, secondo il consigliere, superare anche l’attuale modello con troppe aziende sanitarie che non interagiscono tra loro, fatto che genera continue incongruenze e disagi per gli utenti.
Positivo il giudizio di Lucia Matergi (Pd), secondo la quale “dobbiamo apportare cambiamenti a un sistema che ha dato e continua a dare ottimi risultati, per renderlo il più aderente possibile a una realtà in forte mutamento”. Così per le Società della salute, che sono stati strumenti pensati per l’integrazione, è opportuno trovare nuove formule.
Quanto alla riorganizzazione degli ospedali, per Matergi due sono le alternative: “O va bene la classificazione, o va bene una fluidità fra 41 sistemi diversi”.
Maria Luisa Chincarini (Centro democratico) ha giudicato “importante che l’assessore abbia ribadito la necessità di superare in Toscana l’aziendalizzazione” ed è possibile prendere in considerazione il fatto che qualche piccolo ospedale, se non posto in una zona particolarmente disagiata, sia superato.
Lucia De Robertis (Pd) ha espresso una raccomandazione: “L’integrazione – ha detto – funziona solo se è vera, se il territorio viene dotato delle risorse necessarie. Se la degenza di un paziente si accorcia, una volta a casa deve trovare tutti i servizi e l’assistenza necessaria”.
Anche secondo Pieraldo Ciucchi (Gruppo misto) “i risparmi che si otterranno in sanità con il taglio dei posti letto devono essere necessariamente dirottati sul sociale”. (cem)
Aziende sanitarie che non interagiscono tra loro: le Asl, dopo essere passate da Unità Sanitarie Locali a Aziende, con la globalizzazione si sono impegnate in gestioni individualistiche e senza visioni di insieme, tanto da entrare in contrasto le une con le altre per perseguire fini particolari e diversificati in totale mancanza di omogeneità (P.L. Bersani, Dalla Sanità per tutti alla Sanità a macchia di giaguaro, Edizioni “MaicolBerlusca”, Roma, 2013.  V. anche la voce Aziendalizzazione).
Creazione di un sistema salute omogeneo: detto in sigla SSO, è il tentativo di superare il SSN (Sistema Sanitario Nazionale) e di trattare le diversità inconciliabili delle varie Asl toscane (buco di 400 milioni a Massa, soppressione dei piccoli ospedali, come San Marcello a Pistoia etc.), spalmando su tutta le Regione il principio del taglio del bosco di Cassola: tutti, più o meno con meno sanità o quasi senza sanità (AA.VV., Frullati di Asl. Ovvero l’uguaglianza dei ‘paria’ toscani nella Sanità post-Canapone. Da Rossi a Marroni, Ed. Curatevidassolièmeglio, Firenze, 2000).
Fluidità fra 41 sistemi diversi: espressione fluida che allude alla pianificazione dei tagli di liquidità alle Asl toscane (V. la voce Creazione di un sistema salute omogeneo).
Garanzia di equità delle cure: il concetto di equità garantita dalla Costituzione mai attuata della fu Prima Repubblica. Come per le tasse o altro: pagano sempre i soliti, dipendenti e pensionati, perché facilmente espropriabili alla fonte, e ottengono equi trattamenti in termini di continui e progressivi tagli lineari equamente spalmati su tutti. Un concetto che non sfiora i ricchi in quali, in quanto tali, godono di regime apparte – come scrivono oggi i nuovi dottori che escono dalle nostre università… – in cliniche private o in Paesi avanzati dell’Europa e del mondo (Cfr. Pci-Pd, Sanità per tutti, sanità per pochi. Com’è cambiato il principio di ‘equità’ negli ultimi vent’anni di Seconda Repubblica per colpa del Berlusca, Ed. Mens sana in corpore insano, Milano, 2001).
Il mondo è cambiato anche in Toscana: è modo di dire icastico della politica regionale per far capire al popolo che le cose non sono più quelle di prima. Qualche esempio illuminante: 400 milioni di buco nella Sanità di Massa e nessuno che se ne sia accorto; l’exploit del Monte dei Paschi di Siena etc. (Pd-Toscana, Come cambia la Regione sotto il medesimo partitone, Burla-Macco editore, Viareggio, 2008).
Implementare e mettere a regime le case della salute: allusione a una necessaria, ma drastica riorganizzazione di istituti che, lentamente, sostituiranno tutti gli ospedali piccini picciò (AA.VV., Sanità in Toscana dal servizio al disservizio, Editore La Frustrazione Popolare, Firenze, 2011).
Incentivare la centralità della rete territoriale, che spesso non si è tradotta in modelli strutturali: il concetto di rete si sviluppa come idea del collegamento integrato fra le istanze di base per l’altezza diviso due, il che dà ragione dell’area entro cui si svolge il nuovo apparato della Sanità (Cfr. L. Orlando, La rete come capacità di sviluppo e diffusione anche del fegatello di cinta senese, Novi concetti Ed., Palermo-Firenze, 2008).
Integrazione fra sanitario e sociale: la capacità della Sanità di articolarsi anche in Società per Azioni a capitale misto pubblico-privato (Project financing, in La Sanità vista da un altro punto di vista, La Nuova Toscana Progressista, Firenze, 2000).
Mettere in calendario: la creazione dei cosiddetti tavoli  (o cavoli?) di confronto in cui discutere di come e quanto tagliare nella Sanità Toscana (AA.VV., La Sanità del terzo millennio nel Granducato di Toscana, Ed. Diociscampi, Firenze, 2013).
Motivi che non sono tutti nelle nostre mani: espressione colorita di linguaggio settoriale o slang con il significato di Quien sabe? (Cfr. Pico De’ Paperis, Nuovi modi dire della politica che non sa come dirli, Ed. della Sembola, Firenze, 2013).
Non chiudere alcun ospedale, né grande né piccolo: equivalente di ridurli tutti ai limiti della sopravvivenza (v. anche Pico De’ Paperis, Nuovi modi dire della politica, cit.).
Passaggio dal concetto di patologia a quello di problema di salute: nuove definizioni coniate dall’Assessore Marroni. Si veda specificamente: L. Marroni, Come passare dall’idea di malattia a quella di spesa (eccessiva e quindi taglio) per la malattia stessa, senza dirlo con chiarezza alla gente, Ed. Reg. Tosc., Firenze, 2013).
Personalizzazione della cura del paziente: nell’ottica dell’Assessore si mira al superamento della famosa barzelletta della cura unica a base di spennellature di tintura di iodio. In altri termini, nella nuova Sanità toscana, per curare le emorroidi e la stomatite si adopereranno ancora le spennellature di tintura di iodio, ma, grazie alla personalizzazione della cura, le strutture ospedaliere cambieranno opportunamente il pennello quando si passerà dal culo alla bocca dei pazienti (V. AA.VV., Tintura e pennelli nella Sanità toscana dai tempi di Lorenzo il Magnifico a quelli di Marroni, Ed. Nuova Igiene, Firenze, 2013).
Piano sociosanitario arenato: si tratta di errore di battitura o refuso di stampa. Errata corrige: Piano sociosanitario a Renato, intendendo che questo piano ha tutte le caratteristiche di quei famosi scherzi alla Fucini (Renato, appunto) di moda un secolo fa (Cfr. Dizionario degli errori, Ed.  della Sembola, Firenze, 2010).
Piano sociosanitario interrotto: come sopra. Errata corrige: Piano sociosanitario inter 8, cioè studiato fra appena otto funzionari della Regione, o alla svelta (Cfr. Dizionario degli errori, cit.).
Piccoli ospedali e loro vocazione a rispondere alle esigenze del loro bacino di riferimento: espressione eufemistica per indicare che, data la minimalità dei bacini di riferimento, è bene che i piccoli ospedali si dissecchino in via naturale, finendo con lo scomparire (Cfr. AA.VV., Vocazioni precoci e vocazioni tardive: scapola, spalla, anca e bacino, Ed. della Sanità, Milano, 2004).
Punto nodale: riguarda espressamente l’individuazione del punto in cui tagliare il cosiddetto nodino (o bistecchina) di vitello (V. G. La Griglia, Bistecche alla fiorentina e nodini alla milanese. Tutti i nodi tornano alla Sanità, Ed. Della Ciccia, Firenze-Milano, 1999).
Realtà in forte mutamento: iperbole per indicare che il politico, mentre parla, non è in grado di indicare più precisamente il proprio disorientamento dinanzi alla vorticosa realtà in trasformazione (v. anche Pico De’ Paperis, Nuovi modi dire della politica, cit.).
Riorganizzare i servizi per i non autosufficienti e disabili: espressione eufemistica per indicare la riduzione dei servizi a taglio di accetta (Cfr. Dizionario degli eufemismi e dei modi di dire ‘taglio alla Sanità’, Reg. Tosc. ed., Firenze, 2012).
Rivisitare l’organizzazione dei distretti: refuso. Errata corrige: risistemare l’organizzazione dei distratti per evitare problemi (Cfr. Dizionario degli errori, cit.).
Strumenti pensati per l’integrazione: refuso. Errata corrige: strumenti musicali pesanti (timpani) per l’integrazione degli spartiti fra ottoni e percussioni (Cfr. Dizionario degli errori, cit.).
Superare i meccanismi di finanziamento ora attuati e la ricerca di formule sovraziendali: espressione che allude alla trasformazione delle Asl in Onlus, in cui i cittadini, anziché ottenere assistenza, prestino solo opera di volontariato, impegnandosi a non farsi assistere e permettendo, in tal modo, ai politici, di portare in attivo i bilanci deficitari della Sanità, con piena soddisfazione dell’Angela Merkel (Cfr. AA.VV., Nuove prospettive di risanamento dei bilanci per gratificare l’Angela, Reg. Tosc. Ed., Firenze, 2012).
Temi dirimenti: modo gentile di dire «non c’è più trippa per gatti» (Cfr. Pico della Marrandola, Metafore e metonimie nel linguaggio spurio della Sanità, Ed. della Sembola, Firenze, 2011).
Trovare nuove formule: allude alla passione primaria dell’Assessore Marroni che, a quanto si sente, da ingegnere, sarebbe soprattutto interessato alla Formula 1. Altro significato suggerito proviene dalla cattedra di Matematica Finanziaria dell’Università di Firenze: dove sembra che si studi il sistema di far quadrare il cerchio del buco della Sanità di Massa (Crf. Dizionario illustrato della Sanità, Ed. Fra Cristoforo, Milano, 2012).
Welfare di iniziativa: l’espressione, che è refuso (= Voler fare, forse senza riuscire…), sottintende «popolare con referendum per la fusione dei Comuni dell’Appennino Pistoiese senza quorum» (Cfr. Enciclopedia del visto, preso e messo lì come va va, Ed. del Politichese Toscano, Firenze, 2000).

[Questo intervento è pubblicato come espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]

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[Venerdì 19 luglio 2013 | 13:01 - © Quarrata/news]

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