domenica 28 luglio 2013

PIAZZA, EMBLEMA DI UN’ITALIA IN CUI I LAVORI PUBBLICI FANNO PIETÀ


Guai infiniti lungo la Strada Regionale 66 delle Piastre

PISTOIA-MONTAGNA. Un lettore ci scrive:

Scusate l’irriverente confronto e la pubblicità di dati personali che uso perché servono al prosieguo del racconto.
Tutti le previsioni danno per il 27, 28, 29 luglio caldo torrido, da bollino rosso, roba da clima africano, conseguenza naturale, solo metereologica, in questo caso, del mondialismo e della globalizzazione che non fa sconti a nessuno e che già  la fa da padrone anche in altri settori del vivere comune o civile (a gradimento).

Mi reco nel Cimitero della Venerabile Arciconfraternita della Misericordia, curato dagli addetti in maniera ineccepibile e rispettosa del decoro e del rispetto che si devono ai defunti e poiché alcuni miei Cari riposano nella parte antica, quella a pari della Brana, sottostrada insomma, lì mi reco scendendo e un fresco mi assale. Proprio fresco, un fresco che invita al raccoglimento e alla riflessione come può accadere quando, amando la montagna, ci si inoltra fra boschi e crinali. Il fabbricato dei piani inferiori della Misericordia è stato costruito da dei signori muratori e da dei signori progettisti verso il 1797 . Non un filo di acqua o di umido dalle pareti che coabitano con il decorso del torrente che, specialmente d’inverno, fa uno strano, sonoro effetto. Insomma, gente che sapeva quello che faceva e come farlo.
Tutto qui e tutto semplice. Adesso il resto.
Si vorrà convenire che il fresco della Montagna ha altro sapore e altre prospettive, se non altro un finale culinario non appesantito dal “solleone” e quindi, presa la mia “cariola” di macchina, da Pistoia mi dirigo verso la S.R. 66 direzione Le Piastre e diramazioni varie.
Passato l’abitato di Piazza mi ritrovo di fronte a un’opera di ingegneria viaria, terminata da poco – 2 o 3 anni – le cui foto dicono tutto e mi fanno ritornare alla mente il giugno del 2012 e relativo ciclone con arresti vari in quell’inchiesta denominata “Untouchables”. Mi domando chi è la ditta che ha compiuto questo “miracolo”, se è già stata pagata, se esistono le perizie “ a conforto” di questa schifezza, chi sia stato il direttore dei lavori, chi, chi, chi.
Troppe domande e nessuna voglia di rovinarmi la giornata.
Proseguendo su questa pseudo strada la cui storia qualche gelataio ce la vorrà prima o poi raccontare, si arriva alla “strozzatura” dopo Borghetto, risolta con un senso unico comandato da un semaforo, causa frana, e poco oltre, di fronte ad una casa gialla, un’altra “strozzatura” viaria un po’ meno pronunciata ma sempre disagevole per il traffico.
Le sconnessioni dell’asfalto, poi, fanno storia a sé, se non altro per chi ha la sventura di percorrerla quotidianamente e per le ambulanze e relativi ospiti da trasportare al San Jacopo. Insomma, un inno al turismo, alla Montagna ed alle sue bellezze che sono innumerevoli e fortunatamente non ancora tutte “cadute” sotto gli occhi dei nostri amministratori, capaci, capacissimi, capaci di tutto!.
Abbiamo toccato “di sguincio” il termine “turismo”: se questo è il biglietto di benvenuto, cosa possiamo aspettarci? Stiamo parlando di un percorso viario di nemmeno 13 chilometri dove un tempo ha transitato più volte anche il Giro d’Italia e che è comunque una via di comunicazione essenziale.
Ritorniamo alla domanda che maggiormente ci interessa: nome della ditta, responsabile dei lavori, costi e documentazione a sostegno del vergognoso tratto della S.R. 66. riprodotta in foto.
C’è qualche politico che vorrà rispondere?
C’è qualcun altro che farà mai qualcosa?

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 28 luglio 2013 | 09:50 - © Quarrata/news]

3 commenti:

  1. Effettivamente il tratto è nuovo di pacca.Qualche magistrato percorrerà questa strada ed avrà visto lo sconcio di nuovo conio non imputabile al Granduca Leopoldo. Avrà forse brama di raggiungere Cutigliano o Maresca -donne belle ed acqua fresca -, però,via,perdinci!

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  2. Non ci aspettavamo proteste e denunce dall’area PD / Gianfranco Venturi – difficile che uno denunci se stesso - loro fanno disfanno, sprecano ingannano e, tutti zitti, ma dall’opposizione, si.
    Invece anche dall’opposizione tutti zitti e muti .
    Dal sindaco di Cutigliano e di Abetone soprattutto, ci aspettavamo incatenamenti e proteste feroci, richieste di intervento del Prefetto per arrivare fino a Napolitano, quello che vede ogni Natale / fine anno nella sua piazza del Quirinale l’imponente abete tagliato all’Abetone e donato dalla Comunità Montana, da Giugno 2012 defunta, ma con le sue eredità passate in buone mani, compresi i cannoni sparaneve.
    Di questi due sindaci, ne va dei loro affari personali, gli unici che questi due individui curano nello svolgimento della loro attività di sindaco.
    Anche loro zitti, il loro silenzio viene e verrà ampiamente ripagato per tutelare i loro affari personali.
    E gli altri della montagna, che crepino, l’importante è spillargli fino all’ultimo euro.

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  3. La zona è di riporto, nel tempo si potrà assestare.
    Peccato che nessuno parli della mancanza della segnaletica prevista dalla LEGGE e che non c'è.
    Provate a percorrere il tratto Calcaiola Le Pistre con la nebbia e lo capirete.
    forse... se abitate in Montagna sicuramente sì!

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