sabato 29 giugno 2013

ALLA MISERICORDIA DI AGLIANA È MANCATA LA FIGURA DEL ‘CORRETTORE MORALE’

AGLIANA. Adele Esposito ci invia il seguente intervento su una Misericordia chiusa a riccio e incapace di agire secondo i fini evangelici del suo mandato per troppi interessi particolaristici e personali delle gerarchie al potere.

È difficile avere una logica del servizio quando si necessita di una gerarchia in qualsiasi struttura che opera nelle gesta di volontari, i soli che, veramente rendono sostanzioso il tempo che loro dedicano.
Non esiste gerarchia, se un giorno è stato detto chi vuol essere il primo sia l’ultimo e serva tutti.
Quando ad altri si delega responsabilità e comando, ecco lì si perde il senso della libertà dello Spirito Santo che opera in tutti.

È nel confronto, nel discernimento, nella libertà di pensiero l’accoglienza del pensiero dell’altro. Certamente non in chi si sente arruolato in un potere che sgomita e picchia e si dimentica il vero motivo per cui è seduto lì dove si trova o si trovi chiunque un giorno, grazie a preferenze per le quali è stato scelto.
È così che si perde ogni libertà e si toglie ogni libertà, ed ecco che i muri si alzano: o sei con me o sei contro di me, ed ecco quando gli uomini diventano ricci e si chiudono a riccio e si difendono a più non posso.
Cosa poi non si comprende, è che forse si difende la propria schiavitù.
Ecco che poi strutture, mura, come quelle della Misericordia di Agliana, diventano carceri, si imprigionano cuori e menti, anche dei volontari che si immedesimano e si conformano agli intenti della gerarchia: eppure sono arrivati lì nella libertà per gesti operanti e misericordiosi.
Quando per volontà di servizio ci siamo incamminati, ecco che gli arruolati di turno, i presidenti, i vicepresidenti, soci e compagni di qualsiasi struttura come la Misericordia o Associazioni di qualsiasi natura esistenti nel tuo territorio, sporcano e calpestano gli stranieri di turno. Coloro che sono fuori dalle mura, gli intrusi, quelli che cercano trasparenza, nei pensieri e negli intenti…
Allora, non si capisce perché le comunità a cui si chiede i soldi per sostenere le Misericordie e le associazioni di turno diventano, esse stesse, comunità di stranieri, quando si cerca di capire.
Ed ecco che la sostanza del gesto quotidiano al prossimo si “sporca” con la logica umana della chiusura degli arruolati.
Mi domando: è davvero necessario tutto ciò? Quando sul piatto della bilancia pesano più le vecchie poltrone che la sostanza di un bene comune che appartiene a tutti?
È questo bene comune che appartiene a tutti, ma che, forse, non ci appartiene più dal momento che le domande e la voglia di trasparenza sono considerate scandalose?
C’è qualcosa che non torna, ed è secondo me, la mancanza di una guida: quella figura tanto calpestata, quasi definita antica e inutile, del Correttore morale!
Forse l’unica davvero necessaria, che spalancherebbe le porte a una comunità che si è stancata davanti a tanta dispersione, un correttore morale presente per sciogliere quei nodi troppo stretti da interessi personali.
Un correttore morale che “serve” e si fa ultimo per servire tutti in un servizio così prezioso, come aiutare a fare discernimento e fa così percorrere la strada giusta.
Una guida umile e preziosa ai fini di un autentico servizio di consiglio.
Nient’altro. Poi le vecchie poltrone si possono buttare e senza ricomprarne altre.
Basta il cuore del volontario.
Grazie per l’attenzione,
Adele Esposito
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[Sabato 29 giugno 2013 | 18:41 - © Quarrata/news]

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