sabato 4 maggio 2013

SETTIMANA SOCIALE DEI CATTOLICI TOSCANI. LUIGINO BRUNI: «O RIFONDIAMO LA POLITICA SU VALORI MORALI O NON CI RISOLLEVEREMO»

di EDOARDO BIANCHINI

Qualche domanda al Professore a fine-relazione – «Grillo? Una risposta parziale a una domanda giusta»

PISTOIA. Spunti per un’agenda di speranza per la Toscana. Di questo ha parlato stamattina – alla Settimana Sociale dei Cattolici Toscani – il professor Luigino Bruni, docente di Economia Politica all’Università di Milano-Bicocca.
Ha puntato molto sulla necessità di ricreare un clima di fiducia, nei giovani, per riseminare quelle idealità che sono venute a mancare al concetto di politica degli ultimi venti anni: periodo in cui tutto si è tradotto in mera e squallida esaltazione del denaro e dei suoi prodigiosi effetti a favore di chi, della politica, ha una cognizione strumentale e solo finalizzata non al bene comune ma ai propri personali interessi.

LA POLITICA HA ATTRATTO PERSONE SBAGLIATE. REDDITO DI CITTADINANZA: «NON È LA STESSA COSA CHE DARE LAVORO»

“Oggi la politica ha attratto persone sbagliate”. Sono le parole che l’economista Luigino Bruni ha rivolto questa mattina a una folta platea, nella “cattedrale” ex Breda di Pistoia, in occasione prima della Settimana Sociale dei Cattolici toscani. In sala, insieme ai delegati di tutte le diocesi toscane, anche il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, e altri vescovi toscani.
Secondo Bruni, “Il primo strumento di selezione di qualsiasi organizzazione è il segnale culturale che dà. Se io da decenni do il messaggio che chi fa carriera politica ha privilegi, auto blu etc. chi si candida a fare politica avrà questi obiettivi. Se continua così, la politica attirerà i giovani sbagliati. Finché non vedremo i politici diventare gente come noi sarà difficile vedere dei giovani in gamba attirati dalla politica”. Bruni ha parlato anche di altri temi di attualità: “Bisogna fare attenzione – ha affermato – sul reddito di cittadinanza: io non sono contrario ma è molto diverso ricevere mille euro dallo Stato o riceverle per il mio lavoro. Se poi il lavoro non c’è abbiamo diritto a non morire di fame: ma il primo diritto è il lavoro perché il lavoro non è solo stipendio. La battaglia per il lavoro è molto più importante di quella per il reddito di cittadinanza”.
Sintesi di Simone Pitossi
Alla domanda della collega di Repubblica, Maria Cristina Carratù, che gli chiedeva cosa può portare a un vero e proprio cambio di indirizzo, Bruni ha risposto che la politica deve iniziare a camminare diversamente, se vogliamo avere una speranza di cambiamento e di salvezza: partendo da una seria selezione dei giovani che ambiscono a entrare in politica e formandoli, ancor più seriamente, in maniera lenta e progressiva, alle idealità di quanti, con la politica, non si sono arricchiti, ma hanno lavorato per il bene di tutti. Non è più il caso, insomma, di lasciare le porte aperte a tutti e soprattutto a chi non ha l’idea che politica significa non una strada per fare quattrini, ma, in buona sostanza, una via verso la direzione del bene comune. E con la consapevolezza che, in fondo al percorso, non ci saranno denaro, lusso, potere e privilegi.
Anzianità come risorsa – ha aggiunto la collega Cristina Bossi – e volontariato come via da percorrere e valorizzare, anche per un possibile rilancio dell’occupazione.
D’accordo anche su questo versante – ha fatto capire il professor Bruni –, ma non nella direzione della assoluta gratuità: anche il volontariato va ‘doverosamente’ retribuito, nel senso che il totalmente gratis è solo un modo per turbare e rendere ancor più negativo un mercato del lavoro sempre più sottratto a chi ha diritto e bisogno di lavorare.
Foto da ‘Toscana Oggi’
C’è anche il rischio – ha sottolineato Bruni, cosa che del resto su questo blog stiamo scrivendo e sostenendo da molto tempo – che Cooperative e Misericordie (il Professore lo ha asserito esplicitamente) finiscano per svilire ancor più le opportunità di lavoro, inserendosi sulla scena a bassi costi proprio perché, a monte, non pagano i ‘volontari’ e, grazie a questo, possono anche accaparrarsi appalti e forniture, danneggiando però profondamente, nel suo complesso e nei suoi precari equilibri, il mondo del lavoro e della manodopera.
Maria Cristina Carratù è tornata all’attacco chiedendo se sia possibile o meno, in un futuro piuttosto immediato, la compresenza e la convivenza di cattolici e non cattolici in politica, con una Chiesa che avanzi insistentemente richieste su ‘valori non negoziabili’ come, per esempio, l’aborto.
A CHI LAVORA UN SEMESTRE SABBATICO PER STUDIARE. «OGGI L’ECONOMIA PROTEGGE LE RENDITE E SCORAGGIA IL LAVORO»

“Un patto sociale per cui ogni cinque anni chi lavora può fare un semestre sabbatico per studiare”: è la proposta dell’economista Luigino Bruni, che stamani ha tenuto la relazione principale alla Settimana Sociale dei Cattolici toscani, alla ex Breda di Pistoia. Secondo Bruni, “Si può studiare la storia dell’arte, la musica, un viaggio… Poi magari si va in pensione più tardi, ma più colti e meno sfiniti”.
Bruni ha parlato della crisi economica e della mancanza di lavoro: “Un tema fondamentale della crisi – ha detto – è quello delle rendite a scapito dei profitti. Il profitto è molto meglio delle rendite: la rendita è un vivere su ricchezze prodotte in passato. Se un popolo, un’economia ha smesso di produrre profitti e vive sulla rendita si va verso il declino. Gli imprenditori si trasformano in speculatori, le élites diventano caste che difendono i privilegi acquisiti. In Italia si tassa al 43% il lavoro e al 20 la rendita finanziaria: queste non sono leggi di natura ma questioni di potere. Stiamo disegnando un mondo che protegge le rendite e scoraggia i flussi. Se non capiamo questo spostamento di baricentro dal mondo di lavoro, dalla fabbrica, alla rendita, non capiamo la crisi”.
Rivolgendosi al mondo cattolico, Bruni ha invitato a favorire la conoscenza dei temi economici: “oggi conta tantissimo l’economia nelle scelte pubbliche. Servirebbero scuole popolari di economia e finanza nelle parrocchie, come quelle di don Milani. Studiare insieme per essere più liberi”.
Tra le proposte, anche quella e far nascere “luoghi di gioco buono di fronte all’invasione di giochi sbagliati e cattivi, che rovinano le famiglie, come slot machines e scommesse”.
Sintesi di Simone Pitossi
E il professore ha serenamente risposto che il compromesso – termine di alta politica che non ha niente di negativo – ammette e richiede proprio la simbiosi di anime diverse sulla scena delle scelte. Le cose migliori del passato, ha detto, ci sono venute proprio da questa combinazione di opposti: che la Chiesa avanzi le proprie richieste è più che legittimo, ma è chiaro – ha concluso Bruni – che in democrazia, se le richieste della Chiesa non trovano accoglimento, i cattolici devono allinearsi di buon grado sulle leggi approvate dal Parlamento. O altrimenti si potrebbe rischiare assai di più e fino al pericolo di innescare una spirale di incomprensione che potrebbe portare a una irremissibile, incancrenita intolleranza.
La nostra domanda – ultima posta a Bruni – è stata rivolta, come scomoda, su uno degli aspetti più contingenti dell’oggi.
Gli abbiamo chiesto cosa pensasse dell’attuale Governo, tenuto presente anche un dato concreto e locale: la nomina di Erasmo D’Angelis (Publiacqua toscana, renziano, uomo dei profitti sconfessati dai referendum) a sottosegretario alle infrastrutture.
È davvero un Governo delle novità, quello di Letta, e delle riforme necessarie al rilancio dell’Italia, oppure no?
Il professore ha dichiarato che, secondo il suo punto di vista, questo Governo è il frutto, un po’ bastardo, di due opposte matrici: da una parte lo stimolo al rinnovamento richiesto dal momento cruciale che stiamo vivendo, dall’altra il rinnovarsi del vecchio concetto di politica, se, per il secondo livello – quello dei sottosegretari – si è fatto ricorso quasi esclusivamente a politici.
Governo ibrido, lo ha definito, dunque. E connotato da una fin troppo evidente incoerenza: «Ma mi auguro – ha concluso – che si tratti solo di una fase di transizione».
Interessante a battuta-lampo di Bruni su Grillo: «È una risposta parziale – ha detto – a una domanda giusta».

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[Sabato 4 maggio 2013 | 17:05 - © Quarrata/news]

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