giovedì 30 maggio 2013

GIANNOTTI (QUADRIFOGLIO) E LE LACRIME DI COCCODRILLO

di ALESSANDRO ROMITI

MONTALE-PIANA. Commovente e davvero emblematica l’intervista rilasciata dall’Ad di Quadrifoglio, Livio Giannotti, su La Nazione dopo la lettera che Franceschi del Cis ha inoltrato ai sindaci proprietari dell’inceneritore (vedi).
Giannotti dichiara di “provare fastidio, nell’essere additato per avere detto cose che non corrispondono alla realtà”; eppure, la lettera di Franceschi è tutt’altro che approssimativa ed equivocabile: Franceschi parla, senza mezze termini, di un evento determinato (confermato dallo stesso Giannotti) cioè un “incontro svoltosi” nel quale sono state “effettuate valutazioni” alle quali, Quadrifoglio ha fatto seguire un “preavviso d’interruzione” di “conferimento dei rifiuti tal quali e del CDR”.

E allora? Ancora una volta si dimostra la disinvoltura delle Società partecipate e degli Enti, uniti in unico “giro di corda” della pratica di trattamento dei rifiuti inceneriti che si dimostra crescentemente pericolosa per l’ambiente (recente la discoperta di un’incredibile discarica sepolta sotto l’impianto), antieconomica per le “tasche dei cittadini” (aumento Tia/Tares) e vessatoria, perché punisce gli stessi cittadini obbligati a una solo apparente utile raccolta differenziata.
Giannotti, piange per le ingiuste accuse (ben chiaramente documentate) e si richiama al “principio di aggregazione” (… se devo crepare io, mi seguirete, ricordatevelo!) che impegna i Comuni “soci” a corrispondere atti condivisi, rinunciando a qualificare opportune e giustificate circostanze di merito, utili a modificare in modo vantaggioso la strategia: le critiche al complesso mondo dei rifiuti – che è molto dinamico e mutevole anche in esito alle attività di sviluppo delle raccolte differenziate – non potranno che essere soppresse, e in culla.
Le contraddizioni di Giannotti sono diffuse, ma una è davvero eclatante: lui condivide il controllo istituzionale sull’impianto, ma sembra dimenticare che non è nient’affatto vero che “... i Sindaci (proprietari del Cis) avranno l’ultima parola”; peccato che il Sindaco maggiormente prevalente per le competenze sanitarie e amministrative (Scatragli), sia stato estromesso dall’Ato con una pedata sul sedere, e che, le misure di compensazione economica (i così detti ristori vedi) sono state negate da sempre sul territorio dei Comuni del Cis, soggetti a trent’anni di inquinamento.
Nel prosieguo dell’intervista, l’Ad specifica le sue autentiche intenzioni chiaramente coercitive per la capacità di voler/poter esercitare un indiretto controllo dell’impianto, grazie alla leva delle 2000 tonnellate al mese di rifiuti conferiti.
Sul teatrino dell’incenerimento, gli attori consueti stanno cedendo il proscenio alle varie controfigure e così si riconosce l’autentica “sceneggiatura” da sempre rappresentata: la sicurezza (mancata), i bilanci (in perdita), le minacce sanitarie (continue), tutte coperte con quantità industriali di reticenze.

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[Giovedì 30 maggio 2013 | 18:25 - © Quarrata/news]

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