lunedì 1 aprile 2013

IL PALAZZO VESCOVILE DAL BONAPARTE AD OGGI


di LORENZO CRISTOFANI

PISTOIA. Nel Palazzo Vescovile nuovo, assorto nell’osservazione della natura prospicente e nell’ascolto di ghiandaie e zigoli cinguettanti nel giardino, Napoleone Bonaparte, comandante dell’armée d’Italie, ripercorreva, guardando le cime degli Appennini, la strada a picco sulla Lima che aveva percorso a capo di 15 mila uomini.
Le cronache riportano che in quel 1796 – inizio del periodo francese per Pistoia – l’esercito francese si accampò fuori dalle mura, tra Porta San Marco e Porta Lucchese.

Gli ufficiali trovarono accoglienza forzata nelle dimore della borghesia cittadina: al generale era stato riservato, come il più confortevole ed elegante, il palazzo episcopale, da poco ultimato.
Si era trattato di un’operazione urbanistica voluta dal vescovo Scipione De’ Ricci, il giansenista che voleva riformare profondamente la chiesa pistoiese di allora – e, anche per questo, cacciato nel 1790 a furor di popolo – eliminando privilegi e inutili ricchezze e strutture della chiesa, recuperando lo spirito cristiano delle origini. Il palazzo sorse lontano dal centro storico, a ridosso delle mura, in perfetto stile neoclassico.
Oggi due alti cedri coprono la facciata che guarda le mura – originariamente concepita come quella principale – superando anche l’attico nobile.
Da queste due piante di alto fusto è rimasto libero, fino a via delle Mura, un terreno coltivato a vivaio fino a meno di due anni fa. Parlando il linguaggio che sicuramente è proprio dell’ufficio per la città storica – da poco costituitosi ma poco percepito agli occhi di molti – si potrebbe dire che tale spazio rientra in quelle permanenze da mantenere inalterate, legate all’identità e alla specificità culturale cittadina.
Infatti gli orti monastici, come quello in questione, sono un invariante del fragile tessuto urbanistico della città murata a partire dalla fine del Medioevo.
Pertanto la destinazione di quest’area, da definire nei prossimi passaggi che impegneranno il Consiglio Comunale, costituirà un importante banco di prova per la classe dirigente pistoiese.
Un uso rispettoso degli orti monastici dimostrerà autenticamente la nascita di quella primavera pistoiese che il sindaco Bertinelli ha annunciato suscitando molte speranze e apprezzamenti in quel vasto mondo di ambientalisti e non che attende, ormai da anni, di vivere in una Pistoia europea, con una mobilità dolce ed una nuova concezione del verde urbano, rispettosa dei luoghi storici e del suolo vergine.
Una Pistoia da vivere e cui far esprimere tutta la sua bellezza.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 1° aprile 2013 | 10:23 - © Quarrata/news]

Nessun commento:

Posta un commento

MODERAZIONE DEI COMMENTI

Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.