mercoledì 27 febbraio 2013

VIVERE IN UNA CASA CON UN TETTO CHE NON C’È

di LUIGI SCARDIGLI

La storia tristissima dei coniugi Graziano e Milena Nerozzi

PISTOIA. Al di là di un amore incrollabile – sono sposati da 51 anni –, la vita, a Graziano Nerozzi e sua moglie Milena, non ha dispensato gioie e fortune, ma loro sono felici ugualmente. Sì, è vero, Graziano è già stato operato di tumore polmonare, ha subìto un intervento chirurgico al cuore e da due anni combatte anche con la sclerosi laterale amiotrofica, la Sla, ma si contenterebbe di vivere in un appartamento nel quale, quando piove, non si abbia l’impressione di non avere un tetto.
Perché il tetto, in via Valiani, al civico 1, c’è, ma è fatiscente e andrebbe rifatto e il Comune, che gestisce quella casa e le altre delle Fornaci, non ha soldi a sufficienza per ristrutturare, a dovere, quei plessi edilizi, popolari, certo, ma senza perdere di vista la dignità, altrimenti, diventano impopolari.

«La cosa va avanti da oltre un anno – racconta Milena, la moglie, che ha meno acciacchi del marito Graziano –: abbiamo telefonato un sacco di volte e in tre occasioni sono già venuti a fare anche dei sopralluoghi, ma ci hanno sempre detto che per rimettere a posto le cose in maniera stabile, bisognerebbe mettere delle impalcature e lavorare seriamente e per fare tutto questo, soldi, al momento, non ce ne sono».
Potrebbero pensarci da soli, però, i coniugi Nerozzi, a dare dignità all’immobile nel quale vivono dal 1992, dopo che il Comune assegnò loro uno stabile in seguito al crollo del tetto del loro precedente domicilio.
«L’affitto è una gran cosa – ammette sempre la signora Nerozzi – paghiamo appena 96 euro al mese, ma capite bene che con una pensione di 840 euro, quella che percepisce mio marito, più un’altra piccola somma per l’accompagnamento, affitti maggiori non ne potremmo sostenere. Qui, in questa casa, abitiamo ormai da venti anni: ci stiamo bene, conosciamo tutti e tutti ci conoscono, volendoci anche bene, ma siamo pronti ad andare altrove, a patto che mio marito possa continuare a sopravvivere con dignità, altrimenti, tanto vale restare con l’acqua che fa marcire il soffitto, corrode il mobile della sala e bagna, sistematicamente, il pavimento».
Al danno poi, si aggiunge anche una beffa, che è un vero e proprio orrore architettonico: dalla finestra del soggiorno, quello esposto alle bizze atmosferiche, la vista è oscurata da la parte terminale del tetto, nel quale, donna Milena, ha dovuto mettere un po’ di cartone altrimenti, l’estate, le vespe, nidificano.
Speriamo che il Comune riesca a racimolare, quanto prima, un po’ di liquidità per dare inizio all’opera di bonifica edilizia in via Valiani, al numero 1, o che da qualche parte spunti fuori un appartamento che, seppur modesto, possa essere concesso alle stesse vantaggiose condizioni in modo tale che il cuore degli anziani coniugi Nerozzi non si esponga, ancora e ulteriormente, alla desolazione: a quella già ci pensa energicamente la vecchiaia, appesantita dai malanni, oltretutto.

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Foto di Luigi Scardigli.
[Mercoledì 27 febbraio 2013 | 17:13 - © Quarrata/news]

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