giovedì 21 febbraio 2013

SAN MARCELLO E L’OSPEDALE MASSACRATO


di FELICE DE MATTEIS

E il Sindaco di Sambuca prende il largo e mira a Porretta I risultati di 60 anni di incuria politica

SAN MARCELLO-MONTAGNA. Fra i tanti pavidi che popolano il cavanserraglio della politica montana e non solo, forse una persona con gli attributi esiste e si chiama Melani, Sindaco di Sambuca.
Rompe gli indugi e – se ben abbiamo compreso – con un po’ di sano campanilismo manda a quel paese la casa-madre Pd e abbraccia la causa dell’Ospedale di Porretta come nosocomio principe dell’Alta Valle del Reno, con propaggini fino a Pracchia ed addirittura Prunetta.
Farà bene? Sbaglierà? Comunque chi non fa non falla; e lui fa, mentre i nostri Sindachini della Montagna e contorno vario di tirapiedi sono ancora lì a chiedersi se Piot sia meglio di Pronto soccorso tradizionale o se l’ortopedico sia meglio averlo a cottimo o fisso.

Pendono dalle labbra dei “soloni” Dell’Asl di Pistoia, che prima dicono che l’Ospedale Pacini non deve più esistere perché dai numeri risulterebbe che troppi degenti vengono da fuori e quindi è antieconomico e non risponde esaurientemente alla politica di contenimento dei costi che le ruberie nelle varie Asl regionali hanno prodotto, e poi si bevono il contrario e cioè che la ragione d’essere di un Ospedale come il Pacini risiede nell’attrarre pazienti esterni.
Qualcuno ci capisce qualcosa? Loro, quelli dell’Asl, no di sicuro e sono infatti subito corsi ai ripari inventandosi la figura di coordinatore dello staff sanitario, con lauto stipendio, affinché dia loro lumi; le pompose istituzioni locali, invece, cercano di affidarsi a politici di mestiere, come Venturi che tenta di “ammorbidire” la platea convenuta alla Dynamo rassicurandola che i 420 milioni e passa di euri – l’acclarato ammanco nell’Asl di Massa – sono di fatto ininfluenti, perché, dice, verranno spalmati nel tempo (!) e non interesseranno le sorti del Pacini.
Mi risulta, poiché non ero presente, che queste affermazioni abbiano ancora di più esasperato quella “Montagna pistoiese: è qui che voglio vivere” che oramai ha aperto gli occhi e che fa gola, sotto elezioni, a tanti, a troppi. Anche a Carluccio Ceccarelli che si autoproclama come l’inventore delle pettorine senza comprendere che figura di m… stia facendo. Non c’è dunque limite all’indecenza?
C’è, c’è: la popolazione che ha affollato il salone della Dynamo, domenica scorsa, ha lanciato un messaggio definitivo al vecchiume anagrafico/politico che cerca di perpetuarsi confidando ancora in una delega senza controllo, come fino ad oggi è stato.
La proposta di nominare un tecnico esterno, formulata da un rappresentante dell’associazionismo, che studi una corretta proposta per la vita e la salvaguardia (ed il potenziamento, affermiamo noi) dell’Ospedale Pacini è la cosa più sensata di tutto questo bailamme: vorranno i Sindaci prendersi cura di questa proposta intelligente?
Mentre si discute di Ospedale Pacini e “massimi sistemi”, ci si autoringrazia vicendevolmente per il nulla proposto fino ad oggi e per i costi non resi pubblici (brava Luisa Soldati che hai affondato il dito nella piaga!): l’Augusta A109 Power-Pegaso continua a trasportare i traumatizzati ed i fratturati sulle piste da sci dell’Abetone a Pistoia e Firenze con costi spropositati (quelli sì) perché l’Ortopedia a San Marcello è sub judice dei chiacchieroni e non funzionante.
Una frattura a tibia e pèrone o uno stato commotivo lieve, come si legge quasi quotidianamente sui giornali locali, non sono da normale intervento ospedaliero? Ed un intervento di calcolo non veniva effettuato, e con quale perizia, fino a poco tempo fa al Pacini, senza bisogno di ambulanze e trasporti a Pistoia?
Le “pettorine” presenti alla Dynamo queste cose le hanno ben comprese e i tanti giovani, presenti e incacchiati, hanno dimostrato molto più buon senso dei politici “operativamente rachitici” che vorrebbero rappresentarli.
Rimandiamo alle lucide considerazioni espresse dai dottori Rimediotti e Ceglia durante la riunione tecnica del 2 febbraio 2013.
Ad esse tutti dovrebbero rifarsi per giungere a una definitiva riflessione che attiene al merito ma anche alla sostanza: la sanità, soprattutto la sanità, in Montagna è non solo un bene primario, ma essenziale ed irrinunciabile. Costi quello che costi.
Già, belle parole, ma la spesa chi la ripiana? Scontata la risposta: chi ha sperperato e distratto i soldi pubblici se ne vada; chi non ha visto, sentito e controllato (dice niente la Comunità Montana?) faccia altrettanto.
I soldi, così come sono bravi a sperperarli e talvolta a rubarli, stavolta siano bravi a trovarli, magari usando le centinaia di migliaia di euri dei Bim congelati in Provincia per inettitudine di chi avrebbe dovuto riscuoterli e metterli a frutto sul territorio.
Proposta irricevibile? Sentiamo cosa potrebbe dirci, ma velocemente, quel tecnico esterno proposto dal volontariato locale.
Che ne dite Sindaci?

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[Giovedì 21 febbraio 2013 | 17:51 - © Quarrata/news]

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