venerdì 2 novembre 2012

CHE IL SS. CROCIFISSO SIA SOLTANTO L’INIZIO!

Il Ss. Crocifisso

di Lorenzo Cristofani

PISTOIA. Prossimamente, giorno più giorno meno, i pistoiesi potranno riscoprire il fascino della cappella del Santissimo Crocifisso, restaurata e restituita alla città grazie all’interessamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia. L’impegno della Fondazione risulta pertanto meritevole del massimo apprezzamento e aderisce perfettamente alle finalità statutarie di utilità sociale dell’ente.

L’oratorio sorge nell’orto-giardino dell’ex convento delle monache da Sala, oggi Liceo Forteguerri-Vannucci, in quello spazio tra corso Gramsci e via Curtatone conosciuto forse principalmente per il locale Chichibio, che per qualche anno ha dato un tocco di vivacità alle serate estive di quell’area.
L’ immobile è di proprietà comunale, come anche tutto lo spazio dell’antico orto giardino, compreso l’ex cimitero delle monache, facilmente distinguibile per la pavimentazione lapidea. Sono stati anche piantati dei cipressi, donati dalla Fondazione Giorgio Tesi Onlus, che rendono senza ombra di dubbio ancora più accogliente e regale tutto il contesto.
La ricchezza senza pari del luogo, con la grazia rococò degli interni della cappella e il verde circostante, fa immediatamente pensare al patrimonio illustre – e troppo spesso dimenticato – che racchiude la città e di cui l’oratorio non è che un singolo episodio.
Viene allora da pensare che forse varrebbe proprio la pena che in primavera, anziché i Dialoghi sull’uomo, l’uomo (quello pistoiese e così tanto ‘particolare’) dialogasse su come immaginare e vivere tutti quei monumenti di cui è fatta la sua città – ma non solo, anche la montagna, come non ricorda il conservatorio Santa Caterina di San Marcello?
L’uomo pistoiese dovrebbe cioè dialogare e riflettere perché il futuro è di chi se lo sa immaginare – e anche di chi ha memoria storica. Su questo fronte Pistoia deve però ritrovare l’orgoglio e l’importanza che merita nel panorama europeo e nazionale. Un’importanza storicamente manifesta, al punto che la Flavia Pisturia batteva – c’è ancora Via della Zecca, presso piazza Garibaldi, a testimoniarlo, non c’entrano certo i pidocchi – una propria moneta, il Tremisse aureo, il Tremisse che ha dato il nome a quel pregevolissimo quadrimestrale della Cassa di Risparmio che di recente ha chiuso i battenti nella generale indifferenza. Solo il prof. Petracchi ha ricordato l’avventura di questa rivista, pensata nel ’76 come espressione di identità locale e cassa di risonanza delle principali esperienze economiche e artistiche, locali e nazionali.
Il futuro è di chi se lo sa immaginare ma è anche e soprattutto di chi ha risorse da investire.
E meno male allora che esistono le Fondazioni bancarie, che contribuiscono alla tutela del patrimonio artistico, alla crescita culturale cittadina sviluppando infrastrutture fisiche e sociali. Meno male davvero che esistono le Fondazioni: quale migliore realtà per favorire il recupero del patrimonio monumentale cittadino inutilizzato – le pietre con cui è costruita la nostra casa comune – inserendolo in un investimento duraturo nel tempo e rispondente a problemi ed esigenze della moderna compagine sociale ?
L’attuale crisi economica – scoppiata nel 2008 coi mutui marci subprime, spalmati su tutto il sistema finanziario – è diventata sistemica, e su questo concordano tutti gli analisti, ergo non sarà più nulla come prima. La società dovrà in altre parole rispondere con forme nuove – il social business di Yunus di cui Pistoia è city servirà a tal proposito? – allo spostamento del baricentro economico mondiale a Est e in generale ai mutamenti sullo scacchiere internazionale. Anche le Fondazioni si troveranno necessariamente a dover far la propria parte, a livello locale, valutando bene – aiutate eventualmente da un dibattito pubblico – cosa è prioritario finanziarie e cosa invece non lo è. Cosa è utile e strategico sostenere e cosa no.
Nonostante qualcUno possa anche dire basta calcinacci, è ovvio ed evidente che la restituzione ai pistoiesi degli spazi, dei luoghi e dei contenitori oggi vuoti che hanno segnato la storia della città, il dibattito permanente sulla loro valorizzazione e funzionalizzazione rispetto a servizi e bisogni moderni costituiscono uno dei criteri di direzione al quale la Fondazione/le Fondazioni dovranno riferirsi.
Buon lavoro dunque alla Fondazione e ai vari stakeholders cittadini: che l’oratorio del Ss. Crocifisso sia soltanto l’inizio!

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Venerdì 2 novembre 2012 - © Quarrata/news 2012]

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