lunedì 15 ottobre 2012

VALDIBRANA. BASTA CON I LAVORI CHE NON FINISCONO MAI


di Lorenzo Cristofani

Situazione insostenibile – Le istituzioni devono porsi il problema di cosa fare e cosa non fare – Nel decidere deve essere comunque coinvolta la popolazione

PISTOIA. «È veramente inquietante il silenzio generale, del modo politico e dell’informazione, attorno a questo obbrobrio e attorno alla questione del parcheggio di superficie».

Mi dicono così, in sintesi, alcuni amici di Valdibrana, incontrati dopo anni, che mi hanno mostrato due situazioni, documentate nelle immagini qui riportate. Immagini che non meritano ulteriori digressioni o preamboli, ma che sollecitiamo l’attenzione del Sindaco di Pistoia e del Consiglio Comunale – nonché delle autorità religiose – in merito al perdurare di questa degradante situazione urbanistica, che penalizza, peraltro da anni, la qualità dell’abitare di Valdibrana.
Nello specifico del parcheggio di superficie incompiuto, infatti, la richiesta degli abitanti è semplicemente che le istituzioni attivino tutti gli strumenti per imporre, ai proprietari dall’area destinata a ospitare le macchine – che mi assicurano essere la parrocchia –, di terminare i lavori di suddetta struttura, ultimabili con spesa irrisoria e certamente non più dilazionabili.
Rispetto invece all’ecomostro a fianco del Santuario della Madonna di Valdibrana, che ha implicato lo sventramento, contro ogni buon senso, di una collina – la cosa fu denunciata diversi anni fa da Legambiente, con una lettera scritta alla Soprintendenza, che non rispose e che evidentemente era alle isole Cayman, insieme alla Confcommercio – diversi sono i commenti.
Giova intanto ricordare che si sarebbe trattato della Realizzazione di aula liturgica e locali di ministero pastorale per la parrocchia di San Romano in Valdibrana, con il contributo della Cei, Conferenza Episcopale Italiana/Servizio Nazionale per l’Edilizia di Culto e della Fondazione Cassa di Risparmio.
Alcuni chiedono se e come intende il Comune muoversi su questi due episodi, altri pretendono di conoscere di chi sia la responsabilità del disastro edilizio e paesaggistico e se ci siano provvedimenti verso qualcuno. Chi addirittura propone – credo provocatoriamente – l’apertura di un museo o l’affiliazione all’ecomuseo della provincia. Insomma, le esigenze di chiarezza e concretezza sono varie, come pure le polemiche e le domande, ma la cosa certa è che tutti auspicano risposte convincenti da chi di dovere, visto che, ricorda qualcuno, “ il sì è il sì, il no è il no e tutto il resto è del maligno …”.
Vale però la pena di ritornare su di una questione cruciale, che qui, anche solo marginalmente, riemerge in tutta la sua urgenza: quelle della priorità nella destinazione delle risorse pubbliche e di un dibattito relativo.
In questo caso infatti il Servizio per l’Edilizia di Culto/Cei beneficia dell’otto per mille Irpef e per quanto riguarda la Fondazione non servono certo precisazioni.
Allora, si vuole esser consapevoli che, se è vero che le risorse sono sempre meno, ogniqualvolta sono in gioco soldi pubblici – movimentati in favore della collettività – si deve valutare approfonditamente quali siano le effettive ricadute?
Si vuole capire che i cittadini devono da un lato potersi informare e dall’altro partecipare però con attenzione ad una discussione su cosa può e deve essere finanziato e cosa assolutamente non può e non può essere finanziato? Su quali sono i bisogni reali e prioritari della comunità e quali invece non sono prioritari e non danno ricadute?
Le istituzioni e i rappresentanti dei cittadini dovrebbero favorire questo particolare e delicatissimo dibattito e orientare sia scelte che risorse sugli obiettivi strategici e veramente prioritari.
Quante volte si dovrà ancora ripetere ?

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 15 ottobre 2012 - © Quarrata/news 2012]

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