lunedì 8 ottobre 2012

LG-PLAST, IL BALLETTO DELLA FINE


di Alessandro Romiti

Oltre due anni di cassa integrazione con costi enormi per la comunità dei cittadini tartassati – Una storia oscura spinta da politica e sindacati con esiti infausti

AGLIANA. Era il 2010 quando mi accinsi a fare una verifica sull’attività dell’allora possibile acquirente soc. Lg-Plast e la ricerca – in quel di Sinalunga – ebbe un èsito poco confortante, mancando traccia di una sede operativa. Poi, a pochi mesi, giunse l’investitura della società – all’epoca guidata dal sig. Alessandro Benigni – con tanto di solenne conferenza stampa partecipata dalla Provincia di Pistoia e dal Comune di Agliana, provvista di promesse e garanzie per ogni cosa.

Spiace oggi dover constatare come le mie denunce, sulla mancanza di un’autentica capacità di rilancio erano offuscate dall’industriale – quella sì – quantità di retorica che, già allora, veniva spalmata sulla vicenda “rilancio”. Oggi l’ipotesi è purtroppo confermata dalle ultime vicende: la Lg-Plast è sull’orlo del baratro fallimentare e gli operai, 19 dipendenti – esausti e sconfortati – dichiarano di non riuscire più a sopportare questa situazione di totale indeterminatezza.
Sull’impianto di Agliana – aggiornato ad un nuovo lay-out – incombe pesantemente un’ipoteca di chiaro indirizzo politico che poggia pienamente del contenuto del “Pir”, cioè l’anacronistico, perché antieuropeo, Piano Interprovinciale Rifiuti. Il piano è contestato perché prevede investimenti sull’implementazione degli impianti d’incenerimento con effetti contrari al “rilancio della Lg-Plast”, e ciò in spregio alle preoccupazioni stabilite dall’Ordine dei Medici di Pistoia che ne hanno richiesto la moratoria.
È chiara la contraddizione: ovunque si sviluppa la Raccolta Differenziata, con un fattivo incremento del recupero delle materie plastiche, ma ciò non sembra avere alcun valore per l’impianto di Agliana che, ai tempi d’oro era un esempio di fattiva attuazione della politica delle 3R “Riuso, Recupero e Riciclo” con la produzione di quantitativi di componenti di arredo pubblico e affini. Può un industriale sennato lanciarsi in un’impresa che è antitetica al generale indirizzo politico dell’Amministrazione locale, anche provinciale?
Le dichiarazioni degli operai sono di profonda delusione e amarezza, apparendo chiaro che, ogni ulteriore illusione si è infranta sullo scoglio della mancata produzione di fidejussioni bancarie e garanzie di liquidità della società rilevatrice. Questa ha visto dunque sottoscrivere le dimissioni del nuovo Ad, Giuseppe Montagna, che ha dichiarato di trovarsi costretto a gettare la spugna per la mancanza di solvibilità della società amministrata e a promuovere un’azione di “responsabilità” per il danno generato dagli amministratori, sottoscritta nella mattinata odierna.
L’intera storia apre a delle considerazioni amare e non perdonabili, impegnando in alcune riflessioni davvero adeguate per la concatenazione di eventi e fatti.
Chi è stato a presentare Lg-Plast nella procedura concorsuale apèrtasi sulla Recoplast? Questa è la domanda da un milione alla quale rispondere, nonostante le facili previsioni consolidate da estemporanee verifiche in situ, nell’aretino.
Voci di corridoio riferiscono che l’iniziativa è stata a suo tempo spinta e sostenuta da un importante organismo sindacale pistoiese. Quale? E a quale fine?
Le segnalazioni sulla mancanza di “sostanza imprenditoriale” (l’episodio venne rilanciato dalla stampa organica locale – vedi Il Tirreno del 28 aprile 2010) avevano veramente giustezza e continenza, anche se venne rapidamente cancellata da delle grandi aperture di disponibilità da parte di Provincia e Comune, strombazzate nella piana con grande ènfasi.
Il balletto Lg-Plast, ha permesso il congelamento dell’azienda, l’attuazione di oltre due anni di “cassa integrazione” di gran parte dei dipendenti – con quali costi per la comunità dei tartassati cittadini si può bene immaginare – e la lucidatura delle chiome degli amministratori che, su l’altro opposto versante, quello dell’incenerimento dei rifiuti, ovvero delle plastiche, hanno ben altro portamento e interesse, come ha dimostrato la storia di questi ultimi anni.

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[Lunedì 8 ottobre 2012 - © Quarrata/news 2012]

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