lunedì 29 ottobre 2012

DOVE LA TIA È BASSA (E NON S’INCENERISCE)

di Alessandro Romiti

Esempi e confronti con ciò che non si riesce a fare a Pistoia

PISTOIA-PIANA. Tra gli aumenti delle tasse per servizi comunale, quello della Tia è davvero spregiudicato e insopportabile perché, crescente da ben sette anni con un aumento progressivo che sembra raggiungere il raddoppio esatto.
Tale costo non è solo economico ma anche sociale, dato che su di esso incombe un’ipoteca non trascurabile confermata nella minaccia sanitaria causata dall’inquinamento ambientale: le predicazioni degli amministratori sono sempre “politicamente corrette e rassicuranti”, ma nient’affatto definitive e logiche. Infatti, chiunque di costoro, interpellato sull’eventualità dell’ipotesi di raddoppio dell’inceneritore, vi confermerà che ciò sarà possibile solo dopo che le indagini epidemiologiche saranno concluse con esiti rassicuranti.

Intanto che anche la scadenza del 2011 (primo termine utile indicato dall’Asl 3 per la presentazione dei dati) è stata ampiamente superata, la delegazione del Comitato per la Chiusura dell’Inceneritore ha saputo (il 21 settembre scorso) che il lavoro di “trattamento dei dati” avrà inizio non prima del prossimo gennaio 2013 e che, il probabile termine utile per la disponibilità dei dati epidemiologici d’interesse alle attese valutazioni d’indirizzo politico è semplicemente “indeterminabile”: s’ha a andà bene! dunque.
La Presidente della Provincia Federica Fratoni – intanto – a fronte delle fallimentari iniziative populistiche di sostegno e sviluppo della Rd (Raccolta Differenziata), sembra completamente dimenticare (o, forse, addirittura ignorare) che il raggiungimento del 65% della stessa ha una scadenza cogente ben diversa: essa è stata fissata tra appena due mesi dalla legge nazionale (con termine del 31.12.2012) e che, certamente, non sarà derogabile per quanto autonomamente predeterminato dall’Ato o dalle Province Fi-Pt-Po con il contestatissimo Pir (Piano Interprovinciale Rifiuti).
Insomma, sulla vicenda “rifiuti” sembra scatenarsi un’autentica rissa, anche considerando l’esito della dimostrativa e illuminante lacerazione apparsa nel P(artito) D(ominante) nella recente assemblea dei comuni appartenenti all’Ato (vedi).
Ma dunque, andiamo alla tasca dei contribuenti/cittadini. Cosa succede nelle realtà territoriali che, diversamente da noi, hanno promosso una raccolta differenziata spinta vòlta alla politica delle “3R”, con un recupero massimizzato e così eliminando il prevalente incenerimento dei rifiuti? Una ricerca effettuata in provincia di Treviso, mi ha permesso di raccogliere delle interessanti informazioni gentilmente confermate dal responsabile della soc. Contarina (www.contarina.it).
La raccolta differenziata sul territorio servito dalla società raggiunge livelli dell’80% con un residuo del 20% di rifiuti indifferenziato e, di quest’ultima quota, solo un terzo recuperato come Cdr, ovvero combustibile da rifiuti (vedi), come si assume anche dall’esperienza di Vedelago, tanto richiamata dai cittadini, quanto ignorata dalle istituzioni inceneritoriste (www.centroriciclo.eu).
Le cifre utili alla comprensione delle relazioni dirette sono facilmente rappresentate dalla tabella a fianco, nella quale sono poste a confronto le tariffe Tia (al netto d’imposte) comparandole in colonna in vari territori. 
Il valore della Tia applicata al consorzio Priula è medio e quindi, ha valori minimi ulteriormente ridotti per quei cittadini che sono molto virtuosi e riescono a ridurre gli “svuotamenti”: il numero degli svuotamenti arriva – in alcune utenze – a coprire anche le tre settimane.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 29 ottobre 2012 - © Quarrata/news 2012]

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