martedì 7 agosto 2012

ABETONE. UNA SEMPLICE OMONIMIA O UNA STRIDENTE CONTRADDIZIONE? – 3


L’Assessore/Dirigente Risaliti e il Sindaco Danti si indignano e minacciano tutti solo perché la gente esprime le proprie sconcertate opinioni? – Ma questo Paese è sano o è malato? E soprattutto: è democratico o fa parte dell’impero dei politici di professione?

ABETONE. L’architetto Nicola Risaliti, contemporaneamente Assessore all’Urbanistica e Dirigente dell’Ufficio Tecnico del Comune di Abetone, dopo aver letto i nostri post che si interessano, attraverso lettere e commenti di lettori, della sua duplice e ‘opinabile’ veste che copre la stessa persona, ci invita, per diritto di replica – ma, purtroppo, con una percettibile e fastidiosa punta di arroganza – a pubblicare questa sua succinta nota in merito. Cosa che facciamo senza problemi:

Spett.le Direttore Responsabile QUARRATA/news

Spett.le Direttore, apprendo che il suo organo di informazione on-line “QUARRATA/news” sta conducendo, sia direttamente, sia tramite la pubblicazione di commenti e di “lettere firmate” , una campagna denigratoria nei confronti del Comune di Abetone in gran parte incentrata sulla mia persona,
il tutto mettendo in dubbio l’eticità, se non addirittura la legittimità, del mio incarico di ASSESSORE e di RESPONSABILE DI SERVIZIO nello stesso COMUNE (previsto per legge), nonché del mio operato sia sul piano istituzionale, sia sul piano professionale, insinuando, con affermazioni infondate e tendenziose, la volontà mia e dell’Amministrazione Danti di perseguire obiettivi poco chiari e palesemente discutibili. Il tutto infarcito di appellativi denigratori nei miei confronti e di oscure insinuazioni e congetture delle quali, anche per il ruolo istituzionale che ricopro, ho il dovere di chiedere conto a Lei ed agli altri autori degli scritti. Per questo, in base al diritto di replica previsto per legge, Le chiedo di pubblicare in maniera integrale questa mia nota, fatto salvo ogni mio diritto alla tutela ed alla rivalsa nei termini di legge. Nicola Risaliti

Ciò detto e premesso, è il caso di chiarire alcuni semplici concetti e princìpi che, evidentemente, sono assai poco chiari all’Assessore-Dirigente Risaliti: forse perché è sempre stato abituato a fare parte di quella che una volta veniva definita ‘razza padrona’, data la sua rodata esperienza di pubblico amministratore.
In primo luogo l’architetto deve capire – voglia o non voglia – che, rivestendo contemporaneamente due qualità per così dire pubbliche (quella di Assessore e quella di Dirigente), è, di per sé, soggetto a un esame al microscopio, da parte dell’opinione pubblica e dell’informazione in primis, doppio rispetto a quanto potrebbe aspettarsi: e su questa doppietà, Risaliti deve anche prendere coscienza (Cassazione docet) che le soglie di libertà di critica, nei suoi duplici confronti, sono molto più ampie di quanto ci si potrebbe aspettare nei confronti di un semplice uomo del popolo, uno di quei suoi concittadini, abetonesi e non, che lui accusa – molto impropriamente, si direbbe – di denigrarlo.
In secondo luogo – e proprio per questa sua duplice sconcertante veste (pur se legittima) –, Risaliti sta proprio sbagliando in assoluto l’approccio con l’informazione, presentandosi, di primo acchito, come particolarmente agguerrito nel rintuzzare ogni espressione di libero giudizio su di lui, fino a giungere, con quel suo «fatto salvo ogni mio diritto alla tutela ed alla rivalsa nei termini di legge», a minacciare altri diritti ben più importanti e sicuramente prioritari rispetto ai suoi (di uomo soggetto alla rendicontazione pubblica al suo elettorato e al resto della gente) e certo preminenti perché supertutelati dall’articolo 21 della Costituzione, della quale non crediamo voglia mettere in discussione il più o meno credibile o relativo valore. Ma ce lo dica lui di persona.
Le minacce di querele e di cause non servono proprio: e sono solo un termometro, o meglio ancora la prova certa, della pessima qualità della politica che connota questo microcosmo pistoiese periferico, canoso e abituato da settant’anni a operare in piena e assoluta libertà e/o arbitrio rispetto alla critica e alla cronaca; incapace di pensare che la gente sia capace di pensare e di esprimersi. E ne abbia anche il diritto.
Sotto questo punto di vista, siamo molto dispiaciuti: ma se Risaliti crede di poter inibire una libertà che è costata lacrime e sangue (di quelli veri) attraverso la lotta al fascismo, la Resistenza e l’affermazione dei più fondanti valori umani, solo perché finora non era abituato ad essere mai messo in discussione, sarà bene che prenda coscienza che, con Quarrata/news, la situazione dell’informazione pistoiese è radicalmente cambiata: ed è bene che cerchi di capire che nessuno denigra nessuno col semplice chiedersi (e permettendo che la gente si chieda) se sia opportuno che in una sola persona coesistano due funzioni le quali, nella logica di un Paese davvero democratico, devono essere gestite separatamente e in termini di assoluta dialettica e inarrestabile, continuo confronto. A che dir male del Berlusca, sennò, con tutti i suoi mille conflitti d’interesse? O c’è una politica di santi e una, al contrario, di dannati, a seconda delle scelte dei campi, delle sigle, dei luoghi e degli interessi?
Altro che denigrare! Interroghiamoci, invece, tutti quanti – dai parlamentari in giù: e, quindi, Risaliti compreso – come sia stato possibile che si sia giunti a una norma la quale, sotto altra metafora, potrebbe fare pensare a uno studente di una classe che, oltreché discente, dopo aver fatto un compito, sale in cattedra, corregge da sé il proprio compito e si dà anche il voto che ritiene più opportuno. Oppure: riesce a vedercisi, Risaliti, in veste di studente universitario che si auto-presenta a un esame, si fa le auto-domande e, alla fine, apre il proprio libretto e si piazza un bell’auto-voto (magari 30 trentesimi – e, se mai, anche la lode) e, nella colonna accanto, quella della firma del professore, verga, con artistica grafia architettonica, un bel Nicola Risaliti?
È di questo che stiamo parlando, caro Assessore/Dirigente. E stiamo parlando anche dell’opportunità o meno che il suo Sindaco Danti abbia deciso di scegliere questa assolutamente poco convincente soluzione. Questa non è denigrazione: è critica; sana critica senza sconti, a cui i politici di qua non sono abituati e non vogliono abituarsi.
E con questo crediamo di aver contribuito in maniera corretta allo sviluppo di un dibattito democratico sul quale i cittadini – a cui si sta facendo pagare il risanamento dei pasticci dei politici e dei tecnici (Assessori e Dirigenti d’Italia) a suon di lacrime e sangue e di Imu – hanno tutto il diritto di esprimere pubblicamente le loro opinioni e le loro giustificate perplessità.
Se il diritto di replica è salvo, sia salvo, a maggior ragione, anche il diritto di critica e di cronaca.
Edoardo Bianchini

P.S. – Per chiarezza: io non sono direttore e non sono responsabile di nulla. Sono semplicemente un blogger, uno dei tanti che, oggi, fanno informazione. Quella vera.
Resto comunque un giornalista professionista per il fondamentale principio del semel sacerdos, semper sacerdos.
Il Segretario comunale di Abetone, se ha fatto un po’ di latino (aver fatto diritto non basta, in certi casi), potrà spiegare cosa significa di preciso la frase all’Assessore/Dirigente.
E, dato che c’è – e che l’Assessore/Dirigente Risaliti, in tutta la sua supponenza, non è stato capace di dirci in base a quale precisa norma di legge lui può essere Orlando di Virginia Woolf, cioè maschio e femmina allo stesso tempo –, il Segretario di Abetone ci illumini lui stesso, con dovizia di particolari, e ci guidi attraverso i meandri labirintici delle leggi della gloriosa Seconda Repubblica della legalità.
E, in più, ci convinca che questa è la scelta più bella, più grane e migliore di Danti per il suo Abetone!

P.S. 2 – Mentre scrivevo queste considerazioni, nel pomeriggio, anche il Sindaco Danti si è accodato a Risaliti con questa mail:

Spett.le Direttore, sono venuto a conoscenza della campagna denigratoria nei confronti della mia Amministrazione Comunale che si sta svolgendo sul blog da Lei diretto QUARRATA/news. Poiché detta campagna basa le proprie considerazioni su dati ed informazioni distorti ad arte, che travisano completamente la realtà delle cose, che evidentemente è ben diversa da quella che Lei e gli altri autori avete raffigurato in merito all'attività urbanistica ed amministrativa del Comune di Abetone, gli articoli e gli scritti che la compongono sono oggetto di verifica da parte dei legali del Comune, che hanno il compito di tutelare la credibilità e l'onorabilità dell'Amministrazione. Un solo esempio, che vale per tutti, è quello della recente adozione della Variante Generale al Piano Strutturale, attuata per assolvere agli obblighi di Legge per rendere lo strumento urbanistico comunale conforme al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, ma che ha anche, tra i vari obiettivi, quello di cercare di arginare una difficile crisi del turismo bianco anche attraverso lo sviluppo delle aree sciabili, che noi in ossequio ad un vecchio concetto coniato da uno dei passati Presidente dell'Amministrazione Provinciale durante una Conferenza Programmatica sulla Montagna, intendiamo considerare “produttive” in quanto in grado di alimentare il reddito locale in maniera assolutamente compatibile con le caratteristiche ambientali del territorio, consentendovi lo sviluppo di altre attività sportive complementari allo sci e sinergiche con l'utilizzo degli impianti di risalita, come ad esempio il trekking, la mountain bike, etc. e non certamente di renderle edificabili “per costruire case ed altro sulle piste da sci” come invece ampiamente affermato ed enfatizzato da Lei e da altri autori che hanno scritto sul suo blog. Per questi motivi, ai sensi della Legge n. 223/1990 e del D.P.R. n. 225/1992 che disciplinano il diritto di rettifica giornalistica, Le chiedo di pubblicare integralmente questo comunicato. Giampiero Danti, Sindaco di Abetone.

Al Sindaco vorrei ricordare che qui non siamo in Comune e che non c’è bisogno di citare una legge o qualcosa d’altro per ottenere un diritto.
Mentre in Comune – e quindi anche nel suo comune – un cittadino, per ottenere un diritto, il più delle volte è costretto a fare salti ribaltati e durare una fatica d’Ercole, con l’informazione e la stampa (almeno con questa di Quarrata/news, seria e responsabile) basta chiedere e, come tutti i cittadini normali, perfino loro – gli amministratori che dovrebbero essere al nostro servizio, ma che, invece, il più delle volte, sono lì a nostra pena, punizione e condanna –, basta che chiedano e ottengono il loro diritto.
Notiamo però, con disappunto, che nemmeno Danti ci dice in base a quale norma Risaliti può essere maschio e femmina insieme: anche se il Sindaco sembra abbastanza indignatamente incazzato e pronto, pure lui – sbagliando, fra l’altro, tutto – a minacciare querele.
Siamo, perciò, più che mai convinti che sia proprio il momento di mandare a casa tutti questi nostri solenni servitori che ci propinano solo tasse, sperperi, problemi e soluzioni aberranti da Governo Monti-dei-miracoli.
Non c’è proprio il senso della misura. L’Assessore/Dirigente Risaliti e il Sindaco Danti si indignano e minacciano tutti solo perché la gente esprime le proprie sconcertate opinioni?
Ma questo Paese è sano o è malato? E soprattutto: è democratico o fa parte dell’impero dei politici di professione?
Perché, in proposito, non ci risponde Napolitano?

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[Martedì 7 agosto 2012 - © Quarrata/news 2012]

3 commenti:

  1. Caro Edoardo, non ti curar di loro, ma guarda, scrivi ancora e passa... al prossimo.
    Sembra che in Italia nessun politico, nessuno escluso, abbia ancora capito che il fiume è in piena ( che piena!!! ) e sta per tracimare.

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  2. In effetti non c'è risposta. E' da presumere che tutto (ci mancherebbe altro) sia a posto con la legge e i suoi cavilli, ma la questione posta (conoscere qual'è la norma utilizzata per questo singolare doppio incarico) resta senza risposta. E poi il profilo della opportunitâ rimane evidente, a prescindere dalla regolarità formale. Minacciare azioni legali contro l'informazione mi pare segno di debolezza

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  3. Specie da parte di un politico che si definisce "socialista", dunque lontano erede di una politica che dovrebbe bene conoscere l'importanza della libertá di informazione ...

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