lunedì 14 maggio 2012

L’ORTO-GIARDINO DI SAN DOMENICO (*)


di Lorenzo Cristofani

Legambiente invita alla visita sabato 19 maggio con ritrovo alle 16 dinanzi al convento L’associazione ambientalista propone la riscoperta degli antichi orti monastici pistoiesi per una loro valorizzazione condivisa – Possibile ammirare anche i due chiostri e l’interno del tempio

PISTOIA. I chiostri e gli orti-giardino hanno da sempre, nell’architettura monastica, una funzione ben precisa, non sono una semplice appendice agroalimentare: l’hortus, nella tradizione iconografica, è la metafora del Paradiso, la civitas Dei.
In altre parole gli alberi e le piante sono coltivati sia per la loro utilità che per il valore simbolico: fichi, ulivi e viti, ad esempio, oltre a fornire prodotti di prima necessità, ricordano episodi biblici, scenari evangelici e alludono a virtù. Motivi, anche questi, che spinsero i Domenicani, qualche anno fa, a rifiutare di svendere la loro preziosa terra per farne un parcheggio, proposto dal comune.

Questi elementi potrebbero essere tenuti in considerazione anche da Sua Eccellenza il Vescovo di Pistoia, nel ripensare l’uso dell’orto monastico di San Bartolomeo come parcheggio, che potrebbe così avere una destinazione più rispettosa, sia delle funzioni storiche che delle tante utilità sociali dell’area in questione.
La comunità monastica ha tratto dall’orto-giardino, nel corso della storia, le risorse per il fabbisogno alimentare e anche entrate monetarie. Infatti è registrata la vendita di ortaggi, grano e fieno ivi coltivati. In aggiunta c’era un’entrata fissa, e comune anche a molti altri conventi, quella relativa alla vendita delle foglie di gelso. La gelsicoltura era il primo anello della filiera della seta, che proseguiva con l’allevamento dei bachi (la bachicoltura), che appunto si nutrivano delle foglie di gelso. A Pistoia questa manifattura trovò notevole impulso: a partire dalla svolta politica del granduca Pietro Leopoldo, le filande cittadine iniziarono, al pari della manifattura del ferro, ad essere una delle principali attività del pistoiese.
I coglitori di foglia erano tra coloro che venivano ammessi ad entrare nei conventi femminili di clausura per raccogliere e vendere questo prezioso materiale.
Dai documenti degli anni 50, relativi agli affittuari dell’orto, emerge che una zona era ancora destinata all’allevamento degli animali: è documentata l’esistenza di una stalla per bovini, di una per l’asino e di un pollaio. Il che presupponeva la presenza di un’area destinata al pascolo. Sono documentate anche la coltivazione di fiori, utilizzati probabilmente per ornare la chiesa, e la vendita di gladioli (immagine).
Gladioli
Un’ azienda agricola integrata si potrebbe quindi affermare, biologica ante litteram, visto che la chimica di sintesi, pesticidi e diserbanti non esistevano. Dunque sinergica e sostenibile. Un modello sociale e produttivo efficiente nell’uso delle risorse, come in particolare quella idrica, garantita grazie alle cisterne e raccoglitori di acqua, che integravano quella proveniente dal pozzo e dalle gore. Una politica idrica di risparmio e razionalizzazione che Legambiente ha in parte ripreso nel programma per Pistoia, stilando i dieci punti per un’amministrazione virtuosa.
Questa è parte della storia, ricca e preziosa, ma il futuro degli orti monastici, è ancora tutto da progettare…

(*) – Il complesso conventuale di San Domenico ha rappresentato, nel corso della sua plurisecolare storia, e rappresenta ancora, un riferimento essenziale per la vita religiosa e culturale della città. Per maggiori informazioni si fa riferimento al libro Alessandro Cortesi Elettra Giaconi, Arte e storia nel convento di San Domenico a Pistoia, da cui sono tratte le immagini. Si segnala anche il sito www.domenicanipistoia.it.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 14 maggio 2012 - © Quarrata/news 2012]

Nessun commento:

Posta un commento

MODERAZIONE DEI COMMENTI

Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.