domenica 1 aprile 2012

LEGAMBIENTE. AREA CEPPO: A CHE PUNTO SIAMO E DOVE VOGLIAMO ANDARE?


di Lorenzo Cristofani (*)

Un problema che Legambiente sottopone a tutti i candidati a sindaco Progetti che mirino a un ritorno positivo nel tempo e al rispetto del carattere tradizionale della città

PISTOIA. Pensiamo che le condizioni per una articolata discussione sull’area Ceppo ci siano tutte.
Infatti si parla di una zona che occupa una porzione vasta della città murata – quella racchiusa dalle mura medicee – e che a breve sarà interessata del trasferimento delle funzioni ospedaliere, lì presenti dal Medioevo.
I primi insediamenti risalgono a quel periodo (gli storici ricordano che le violente lotte che opposero le fazioni di Cancellieri e Panciatichi ebbero come oggetto la carica di Spedalingo) ma la costruzione di edifici ospedalieri si è sviluppata fino ai tempi recenti, inglobando altri complessi storici (Monastero delle Grazie) e passando per varie forme di organizzazione.

Nella foto aerea – come negli altri prospetti – è ben visibile il rettangoloide che, stretto alla base tra piazza del Carmine e piazza San Lorenzo, giunge al viale Malta. La Pubblicazione del Comune di Pistoia, Piano particolareggiato centro storico. Un progetto per la città storica. Comune di Pistoia giugno 2006, da cui sono ricavate queste immagini, costituisce uno strumento di pianificazione urbanistica di autentico pregio. Il pregio deriva dall’idea di voler recuperare l’identità di Pistoia, quel sistema integrato di relazioni associato alla struttura urbana della città medioevale che ha dominato per un millennio. La restituzione, in sostanza, dello spazio pubblico per ricreare il carattere della città di antico regime, che deve mantenere viva la propria “anima”, in quel precario equilibrio tra città storica e città che cresce.
Non possiamo dunque che apprezzare e sottoscrivere la seguente e attualissima considerazione in calce all’immagine: La foto offre una sintesi degli spazi pubblici maggiormente significativi e dei principali percorsi prima delle trasformazioni che, seguendo logiche, in apparenza, funzionali soprattutto alla motorizzazione privata, ne mutassero i caratteri. Da questa immagine l’avvio di una ricerca che consenta di ripristinare il senso profondo della città: il recupero dello spazio pubblico in luogo dell’identità e del carattere pistoiese.
Purtroppo tali argute analisi non sono state, ad oggi, intese e praticate dagli amministratori, col risultato che l’immobilismo, relativo alla dimensione urbana racchiusa dalle mura, permane e le potenzialità inespresse dai grandi contenitori, che costituiscono il patrimonio monumentale pistoiese, non vengono sfruttate.
In questi dieci anni di Berti, oggettivamente di scarsa qualità su vari aspetti, anche il dibattito sul recupero degli spazi pubblici si è caratterizzato per un assordante e fragoroso silenzio e nel migliore dei casi si è riusciti solo a evitare i danni peggiori (negozi e appartamenti nel chiostro di San Lorenzo).
Ma ora è più che mai urgente portare all’attenzione del dibattito pubblico questa questione del patrimonio monumentale, con la premessa fondamentale che sia affrontata in maniera integrata, non frammentata ed episodica. Nel senso che deve essere chiaro che si ha davanti tanti “ luoghi chiusi ” (ex convento San Lorenzo, ex convento SS Annunziata, fortezza Santa Barbara, area Ceppo, convento delle Crocifissine, solo per citarne alcuni) che devono ritrovare una funzione nell’ottica di un disegno complessivo di città e che la vocazione non può che essere quella pubblica. Altrettanto si può dire degli “spazi aperti”, spesso relativi ai già citati contenitori.
A noi di Legambiente sembra poi prioritario, nell’ottica di una rinata volontà di valorizzare la città storica nei termini sopra detti, ripartire proprio dall’area Ceppo. Ciò al fine di ricostruire un organismo urbano permeabile alla città, dotato di strutture e servizi idonei alla conformazione delle permanenze storiche e, a un tempo, funzionale all’uso articolato dell’area come peraltro prevede piano particolareggiato.
In altre parole partire da quest’area servirebbe per dare ossigeno al centro storico permettendo al contempo di pedonalizzarlo e di accedervi comodamente.
Come? Semplicissimo: anche dalle immagini si vede chiaramente che, creando un’entrata per auto da viale Malta, con parcheggio ospedaliero già oggi disponibile o raddoppiandolo fino al necessario, sono possibili un’uscita pedonale in piazza del Carmine e una in piazza San Lorenzo, ovverosia due punti a tre minuti da piazza del Duomo (frecce celesti nell’immagine).
Ci si vuole ora soffermare sull’uscita in piazza San Lorenzo, attraverso l’antica Via del Soccorso, oggi chiusa e dismessa, e il primo tratto di via della Crocetta (tratto viola).
Infatti l’auspicio è proprio quello della riapertura di questo naturale e grazioso passaggio pedonale. Potremmo anche condividere il concetto di demolire i vecchi edifici e al loro posto costruire gli eventuali nuovi, se proprio non c’è altro modo per l’Asl di fare cassa, ma ci preme sottolineare l’importanza di nuove forme di utilizzo e fruizione del verde pubblico, per noi fondamentale in tutto il comparto cittadino (http://www.legambientepistoia.it/archives/584).
Nell’area Ceppo, quale che sarà il progetto definitivo e l’organizzazione delle funzioni, è opportuno che le aree verdi abbiano la dignità, negata ad esempio nel progetto delle aree ex Breda, e il ruolo di spazi di relazione e incontro, coerentemente con le vocazioni cittadine.
Nei dieci punti per la città (vedi) che Legambiente sottopone a tutti i candidati a sindaco è presente il riferimento a quest’area: siamo convinti che i competitori di questa tornata elettorale condivideranno il ragionamento di fondo e si attiveranno per elaborare, con il maggior coinvolgimento possibile, un’operazione che guardi al ritorno nel tempo e a rispettare il tradizionale carattere della nostra città a misura d’uomo.

(*) - Direttivo Legambiente Pistoia.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 1° aprile 2012 - © Quarrata/news 2012]

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