lunedì 27 febbraio 2012

PARCHEGGIO DI S. BARTOLOMEO. DON MAZZOLARI, LA CURIA E I PARROCCHIANI


di Lorenzo Cristofani

PISTOIA. Sono in verità molti i fedeli della parrocchia di san Bartolomeo che partecipano ai lavori del comitato anti-parcheggio. Ribadiscono le parole di don Mazzolari e del cardinale Martini sulla necessità di una distinzione dei diversi ruoli che nella moderna democrazia spettano al clero e alla società civile. In particolare proprio l’idea di don Primo Mazzolari, “la tromba dello Spirito Santo nella Bassa padana”, come ebbe a definirlo Giovanni XXIII, l’idea (ricorrente nei suoi scritti http://www.fondazionemazzolari.it/index.php?option=com_content&task=view&id=111&Itemid=70), cioè di una Chiesa compagna di cammino e discernimento risuona in tutta la sua straordinaria attualità.
Proseguendo infatti nel ragionamento del parroco profetico e carismatico, molti parrocchiani hanno in sostanza davvero bisogno di una Chiesa compagna di cammino e discernimento piuttosto che imprenditrice e appaltatrice di opere pubbliche.
Questi fedeli concordano dunque che la Curia pistoiese dovrebbe primariamente usare tutte le risorse a disposizione per opere non ancora ultimate in cui è interessata, sia totalmente, come per il parcheggio di superficie in Valdibrana e i vicini locali del santuario, sia parzialmente come per la grande struttura in via don Bosco, tutte ferme e in forte stato di degrado da diversi anni.
Non ha senso aprire tanti cantieri e non completarne nemmeno uno. Del resto questo aspetto è emerso anche in sede di un recente Consiglio Comunale (pagg. 6, 7, 8 dell’allegato). Realizzare poi grandissimi parcheggi movimentando ingenti quantità di denaro, sulla stampa si legge la cifra di 10 milioni di euro per l’operazione prevista dalla Napoletana Parcheggi, svendendo il terreno vergine della parrocchia, sono tutte attività lontanissime dal ruolo proprio della chiesa, quello cioè di annunciare i fondamenti evangelici della vita cristiana.
Parrocchia e Curia non sono – ad oggi – registrate alla camera di commercio con la partita Iva e forse sarebbe quindi più utile che si impegnassero a rivolgere l’attenzione ad altri aspetti della vita lasciando la pianificazione territoriale ai soggetti competenti, magari anche questi più attenti a soluzioni lungimiranti.
Nel dettaglio, in relazione all’ antico orto monastico e al verde di pertinenza della parrocchia, i fedeli rimangono vicini alle parole del santo della Chiesa cattolica, san Francesco d’Assisi, “Laudate à mì Signore per sora nostra madre Terra, la quale ne sustenta ed governa, et produce diversi fructi con coloriti fiori et herba”.
In aggiunta, ben consapevoli del valore pedagogico che possono esercitare eventuali attività per ragazzi svolte in spazi e strutture parrocchiali, qualcuno sembra anche suggerire «Don Luca, (apri i cancelli dell’area verde) e lascia che i fanciulli – non le macchine – vengano a te!».
Ma soprattutto poi – aspetto, questo, eclatante e sollevato da tutti per la contraddizione con le radici spirituali dell’uomo – cosa dire della lettura simbolica, narrata sapientemente sul sito della parrocchia, dell’edificio ecclesiastico, il tempio cristiano dove si ritrovano i molteplici percorsi umani alla ricerca di Dio? (http://www.parrocchiasanbartolomeo.it/percorso_simbolico_2.html).
Nella simbologia della struttura del luogo di culto viene infatti ripercorsa la spiritualità dell’uomo, che dalla sua origine ha cercato Dio nella natura: nel cielo, sui monti, nei boschi, i cui alberi sono rappresentati dalle colonne delle navate, negli animali che vi abitano… Perché allora voler snaturare questo respiro divino di cui la chiesa è simbolo, sventrando completamente l’area verde attigua, che di quell’incantesimo vitale dovrebbe essere parte integrante?
Con questo interrogativo e con le considerazioni precedenti molti parrocchiani cercano di continuare a vivere, giorno per giorno, il cammino di condivisione e di ricerca cristiana.

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[Lunedì 27 febbraio 2012 – © Quarrata/news 2011]

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