venerdì 11 novembre 2011

INCENERITORE. RIPRESO IL PROCESSO TIBO-CAPPOCCI





PISTOIA-PIANA. La ripresa del processo sulla vicenda dell’inquinamento del 2007 causata dall’inceneritore, ha permesso la riaudizione dei testi, costretti a ciò dalla richiesta delle difese che – meglio di Ghedini nel processo Mills a Berlusconi – hanno chiesto e ottenuto, di avvalersi della prescrizione e della novazione delle audizioni dei testi, convocati in un sol botto in una decina di soggetti.
Il Giudice Dr.ssa Martucci ha richiamato l’esigenza di procedere con buona lena alla defatigante escussione che, con soddisfazione degli avvocati Cecilia Turco e Andrea Niccolai, ha impegnato l’intera udienza per nove lunghe ore. Molto spesso però, gli imprevisti sono incalcolati e dopo le prammatiche rievocazioni degli ispettori del Corpo Forestale e del Dott. Coppi dell’Arpat, è stata decisamente interessante l’audizione del Dott. Bolognini, dirigente Asl 3 del servizio di Igiene pubblica.
Coppi direttore dell’Arpat, sollecitato dalla stessa Turco, ha ben ricordato come la mancanza di un sistema di certificazione aziendale e il rimescolamento dei carboni attivi in un silos verticale, sono state condizioni che impedirono un’azione diretta della qualificazione dei carboni utilizzati nell’estate del 2007. La dichiarazione dell’autorevole funzionario, sottoposto a giuramento di rito, sgombrerebbe il campo dalle diffuse e reiterate affermazioni del Cis, che più volte ha tentato di addossare la responsabilità dell’evento ai materiali forniti dalla Gale. Per sostenere tale indimostrata e strumentale tesi, Cis aveva poi avviato un costoso procedimento di Atp, tanto surrettizio quanto indesiderato (vedi il post sulla mancata ammissione del Ctu Elio Cocchi nell’impianto) e dimostrativo della partigianeria dell’iniziativa.
L’Avv. Turco, aveva ben annunciato – nell’escussione del teste Coppi – qualche intesa di “chiarimento” su profili deontologici del medico Asl Bolognini, noto nell’ambiente per essere stato più volte critico nella redazione dei documenti riguardanti le vicende dell’impianto di via Tobagi. Già nella precedente udienza, le rivelazioni del Bolognini accesero le proteste dei Comitati contro la Provincia, che vedeva coprire di ridicolo la credibilità dei dati epidemiologici pubblicati sul sito istituzionale.
Infatti, se l’audizione dei giorni scorsi è stata di soddisfazione per le difese, ancor più è stata di compiacimento per i Comitati e i cittadini costituitisi parte civile: Bolognini ha depositato tutti i documenti e verbali disponibili al suo ufficio fin dal 2006 in rispetto alla disposizione, nella precedente audizione, emanata dal precedente Giudice Dr.ssa Rosa Selvarolo.
Un documento su tutti ha brillato per la sua valenza rivelatoria, esponendo la difesa degli imputati ad una condizione di sicuro imbarazzo, come solito, abilmente celato. Si trattava infatti della comunicazione scritta del 2006, nella quale il tecnico di fiducia del Cis, Ing. Andrea Carlo Breschi, dichiarava, alla richiesta dell’Asl 3 di non incrementare il flusso di massa degli inquinanti emessi, che questo «... non è possibile ... perché la varietà e la tipologia di rifiuti in ingresso non consente nel tempo di mantenere costantemente l’intero sistema sempre molto al disotto dei limiti di legge».
Il fatto sarebbe di poco conto, se non fosse che nell’anno 2009, la stessa Arpat di Pistoia avesse ben stigmatizzato che le anomalie di funzionamento, con continui sforamenti, non erano riconducibili alla qualità dei rifiuti (vedi estratto di documento in immagine).
E allora, qual è la verità? Qualcuno fornisce dei dati che sono confutati e, perciò, viziati?
La contraddizione è stridente, incorrendo con le dichiarazioni direttamente espresse dallo stesso Cis in tempi non sospetti e sottoscritte da un loro tecnico di fiducia oggi (e questo non sembra essere un caso) non più presente, perché sostituito da altri. Agli occhi degli astanti in aula si è così materializzato il fantasma più volte denunciato dai Comitati, ovvero quello della reticenza diffusa sia sulla diossina e le polveri fini, sia sulle canne fumarie dell’impianto del Cis.
La prossima udienza è prevista per il prossimo 30 novembre, con escussione del responsabile della società Gale, già fornitrice dei carboni attivi.
I rappresentanti dei Comitati presenti in aula hanno espresso la loro sicura soddisfazione per l’effettiva ripresa del processo, con l’auspicio di poter giungere alla sentenza nel termine della prossima primavera. Sempre i Comitati garantiscono che le dichiarazioni già espresse dal rappresentante legale Gregorini – più volte intervenuto con dichiarazioni a mezzo stampa – saranno di portata decisiva per l’accertamento delle responsabilità.
a.r.
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[Venerdì 11 novembre 2011 – © Quarrata/news 2011]

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