giovedì 26 maggio 2011

I BUROCRATI, LE MULTE E UNO STATO FUORI DELLA GRAZIA DI DIO



PISTOIA. Non si calmano le riflessioni e le polemiche sulle multe elevate dai vigili urbani ai banchetti della Sala. E giustamente non si calmano, perché l’anomalia è troppo stridente e offensiva sia per la gente che per il buonsenso.
Stamattina Il Tirreno riporta questo intervento di Paolo Bruni, che, in qualche modo, è degno di attenzione.

Bruni (Pd) sulle multe al mercatino
«Regole poco chiare, il Comune intervenga»

«Zucca Barucca e Free Market – scrive Bruni – rappresentano, nella loro semplicità, importanti eventi ai quali i cittadini pistoiesi si sono affezionati. Occasioni per rendere piazza della Sala più vitale del solito e piacevole da attraversare. I fatti lamentati (riportati) dagli espositori in questi giorni... dispiacciono e preoccupano perché rischiano di mettere in dubbio la prosecuzione di queste iniziative promosse, fra l’altro, da molte onlus, che vogliono sensibilizzare la comunità sull’alimentazione biologica e l’artigianato locale».
Bruni auspica che «le leggi ed i regolamenti siano rispettati da tutti»; «vorremmo però – aggiunge – che essi fossero chiari e univoci. Vorremmo il confronto ed il dialogo piuttosto che la burocratica e punitiva applicazione di norme che evidentemente si prestano ad interpretazioni contraddittorie... Oggi questa chiarezza nella normativa e nella sua applicazione sembra non esistere sufficientemente e perciò auspichiamo un intervento rapido ed efficace da parte dell’amministrazione comunale al fine di un migliore coordinamento fra la stessa e la polizia municipale, tale da permettere a questo tipo di manifestazioni di restare in vita contribuendo così a valorizzare una delle zone più belle della nostra città».

Pur condividendo, tuttavia, le apprensioni di Bruni, e pur sostenendo in pieno le sue sollecitazioni alla politica pistoiese – che però noi riteniamo più che sorda ai reali problemi della gente che vive a lavora in questa strana città –, il vero problema sta, come dicevamo qualche giorno fa nel post «Zucca barucca», politici e vigili, a monte o, se preferite, alla base dell’ordinamento.

L’anomalia italiana è quella, conseguente alla legge Bassanini, di avere messo una fetta più che consistente del meccanismo generale di funzionamento amministrativo in mano a dirigenti e burocrati.
Sono loro, oggi, dopo le brillanti innovazioni del post-riforma elettorale di quasi venti anni fa, a decidere delle nostre sorti: nel bene (invero pochissimo) e nel male (spalmato a larga mano e più che generosamente sulle nostre teste).
E se prima avevamo un padrone esoso (la politica), oggi, che ci piaccia o no, ne abbiamo due:

  1. la politica, per lo più incapace e inefficiente o adagiata sulla aneddotica colbertista riassumibile nella  famosa battuta laissez faire, laissez passer, che cerca di andare d’accordo con chi dovrebbe esserle al servizio, cioè i dirigenti e i burocrati;
  2. e i dirigenti-burocrati che – bravi, pettoruti, intelligentini, colti, preparati, pieni di diplomini e patacche sfornate da università sotto forma di dottorati e/o master, che sostanzialmente si acquistano a suon di migliaia di euro – finiscono per essere benvisti dalla politica moscia in quanto portano volgari quattrini nelle casse dei comuni e degli enti (pensate a che business è il commercio dei t-red e degli autovelox sia in Italia che qui, a Pistoia), ma che, al contempo, per gli ampi poteri loro concessi, hanno acquisito la coscienza di una sorta di immortalità o di eternità inaffondabile e, proprio per questo, imperversano a tutto campo come se fossero, nel loro piccolo, dei veri e propri imperatori alla Domiziano o alla Commodo, ottusi e dispotici.
E allora o la politica si ridà una mossa e si riappropria dei poteri decisionali – di tutti, vogliamo dire –, oppure questo stato che è davvero messo male grazie (va detto) a certe brillanti riforme di sinistra, sarà messo ancor peggio, permettendo agli stuoli dei nessuno da noi campati (cioè i nostri dipendenti pubblici, oggi nostri padroni) di farci anche da taglieggiatori nel nome del fariseismo legale più puro.

Il succo è questo. E, credete, non è poca cosa…
Q/n
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[Giovedì 26 maggio 2011]

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