venerdì 1 aprile 2011

AIAS. UN 1° DI APRILE MA SENZA PESCE


PISTOIA. Per chi avesse dimenticato la dinamica di certi fatti, la riepiloghiamo in questo straordinariamente lungo – ma che richiede assolutamente di essere così strutturato – post, nel quale riportiamo in primo luogo la lettera d’attacco di Luigi Bardelli nei confronti di Edo Biagini (già suo vicepresidente e che Bardelli definisce, in maniera ben poco cristianamente benevola, apostolo di futuro e trasparenza) e di altro personaggio contestatore di cui non si fa nome.
La Nazione pubblicò questo documento in data 19 gennaio – e lo si può vedere dalla relativa immagine.
Sapevamo che Edo Biagini, in occasione dell’incontro a quattro di Pistoia, fissato per il 22 febbraio scorso (Lo Trovato più Berti-Fratoni-vescovo Bianchi, in comune), aveva inviato al caposervizio della Nazione, Cosimo Zetti, una lettera di replica: analitica e ben documentata, di cui chiedeva la pubblicazione per diritto di replica.
Sapevamo anche che la cosa non era stata presa neppure in considerazione.
Non avevamo il testo della lettera.
E non avevamo nemmeno i documenti allegati ad essa, che sarebbero dovuti servire a smentire Bardelli.
Chiamato nuovamente a dare corso alla pubblicazione in questi ultimi tempi – più o meno in concomitanza con l’arrivo della fatidica data dell’assemblea coatta del 26 marzo all’auditorium –, da indiscrezioni sappiamo che Zetti avrebbe fatto chiamare Biagini da uno dei suoi redattori, che, piuttosto imbarazzato, avrebbe poi passato Zetti a Biagini: e il caposervizio, senza mezzi termini né tanti giri di parole, avrebbe detto in faccia a Biagini che… il diritto di replica non gli passava “manco pa’ ’a capa”.
Fin qui le indiscrezioni di Radio Scarpa o, se preferite, Radio Fante.
Ieri, insieme all’arrivo della protesta di Riccardo Andreini che abbiamo pubblicato, con la medesima mail è giunto anche il resto.
E non possiamo non proporlo ai nostri numerosissimi e infaticabili lettori – gente che smentisce il silenzio inammissibile dei… pistoiesi che contano, dei politici, delle istituzioni. Tutte.
Non possiamo non proporlo insieme a tutti gli allegati di cui Bardelli dichiara di non avere più traccia, ma che ora Luigi Egidio potrà stampare e produrre, per ogni futura diatriba, tappando così le falle della propria memoria e potendo mettersi in grado di discutere, come si dice e si addice, a ragion veduta.
E perché lo facciamo?
Solo perché anche noi, come Bardelli di Tvl e Tvl di Bardelli, crediamo in quello in cui credono loro che dichiarano, sul cartellone della Tv, nessuna ricerca dello scoop a tutti i costi… nessuna cultura della notizia a sensazione… massimo rispetto per la persona…!”.

Solo che per noi, contrariamente a quanto accade per loro e per questa città del silenzio, il massimo rispetto per la persona coincide, di per sé, con il massimo rispetto della verità.
Specie dove carta canta.
e.b. blogger

PER DOVERE DI CRONACA…

1. Disse Bardelli

«Rapporti Aias-Tvl, è tutto regolare
Hanno lavorato insieme per la città»
Luigi Bardelli replica alle accuse
dell’ex presidente dell’associazione Edo Biagini

«Anch’io non credo che Biagini avesse ambizioni per diventare presidente dell’Aias. Sa bene che per aspirare a tale carica occorrono i voti dell’assemblea che fino ad oggi era costituita da 433 soci iscritti, tutta gente che – familiari, assistiti, volontari che svolgono il loro ruolo da almeno tre anni – conosce il Biagini, il suo passato di volontario e di amministratore come vice presidente. Devo precisare che il Biagini, contrariamente a quanto dice, non ha dato le dimissioni. I fatti sono andati così: il cda dell’Aias di Pistoia lo ha espulso insieme ad un altro consigliere. I due apostoli di futuro e trasparenza hanno fatto ricorso a Roma all’Aias nazionale come prescrive lo statuto. A Roma, dopo aver sospeso l’espulsione come d’ufficio riservandosi la decisione entro un mese, hanno lasciato trascorrere tutti i tempi senza dare alcun cenno, mentre avrebbero potuto pronunciarsi tranquillamente contro il provvedimento dell’Aias di Pistoia e riammettere il Biagini ed il suo collega. Ma non l’ hanno fatto. Il Biagini scocciato di attendere anche la decisione del Nazionale ha dato le sue irrevocabili dimissioni. L’altro, già sindaco revisore che di fatto si arrogava anche il diritto di fare da tesoriere-amministratore non ha dato le dimissioni e, in mancanza del pronunciamento romano che, ripeto, non è mai arrivato in sua difesa, è poi stato espulso dall’assemblea pistoiese secondo statuto.
«Il Biagini dice però anche cose in un certo senso vere. È vero che il sottoscritto era presidente dell’Aias, membro della Fondazione e fondatore, con altri amici, e direttore di Tvl. Lui pure, il Biagini, è stato vice presidente dell’Aias e segretario della Fondazione. Il suo compagno di missione era sindaco revisore dell’Aias. Un altro apostolo suo amico era sindaco revisore di Tvl. In un periodo, fine anni ’80, sono stato anche amministratore unico della srl Pax et Justitia, società della diocesi di Prato che la Cassa di Risparmio aveva rilevato pagando 900 milioni di lire per comprare l’immobile un po’ fatiscente di Marina di Massa dove ore sorge una delle strutture dell’Aias».
«È vero che fra la Fondazione Maria Assunta in Cielo – nella quale successivamente, appena autorizzata, il sottoscritto quale amministratore unico fece confluire i beni della Pax et Justitia che nel frattempo avevamo cominciato a risanare – e l’Aias, c’è stato e c’è uno stretto rapporto di finalità e di intenti regolarmente sanciti dagli statuti e successivamente da contratti di comodato, intenti che per quanto riguarda la Fondazione e i familiari tutti sono perseguiti per gli utenti attraverso l’Aias fino a che questa rispetta le finalità della sezione pistoiese».
«È vero che l’Aias, la Fondazione, Tvl, sono state accomunate da un’altra caratteristica. Il sottoscritto che è stato fra i fondatori e/o promotori, ha sempre lavorato e lavora come volontario, da oltre 40 anni per l’Aias ed a seguire per le altre attività, Tvl compresa. Hanno un’altra caratteristica in comune: sono tre straordinari miracolose iniziative e mi fa piacere essere stato strumento, insieme a tanti altri, di questo provvidenziale (nel senso proprio di Provvidenza) regalo alla città. L’Aias, ha raggiunto livelli invidiabili da tutti i punti di vista. L’abbinamento con la Fondazione ha garantito stabilità per le sedi al riparo da tutti gli appetiti, e stava costruendo un futuro ancora più bello. Tvl che è stata dal 1976 un grande sostegno all’Aias in momenti in cui tutte le Aias della Toscana sparivano. Gli amici vollero intestare al sottoscritto la maggioranza delle quote. E in questi anni Tvl ha stimolato la raccolta di centinaia di milioni a favore della Fondazione fra donazioni e lasciti. In tutti gli atti ufficiali c’è dichiarato e affermato che non sono io il proprietario di Tvl».
«Certo, in periodi in cui l’ente pubblico poi Asl non pagava se non dopo anni e più; le rette erano insufficienti; o si faceva movimento con le risorse disponili, con fantasia, rischiando con prestiti bancari sempre sotto la responsabilità del sottoscritto, o non si sarebbe fatto un passo avanti e l’Aias di Pistoia non sarebbe più esistita come le altre Aias della Toscana. Dopo tanti anni non ho certamente dati sulle cifre che racconta il Biagini. Io è vero che mi sono sempre assunto tutte le responsabilità non solo teoriche delle varie strategie, ma ci sono sempre stati fior di tecnici a cominciare dai compianti dottori Becattini e Guardincerri, al dottor Lumi tutt’ora vivente, sindaci revisori agli ordini del Biagini, sindaci revisori fior di professionisti stimati in città, e lo stesso Biagini anche vice presidente. Tutti conniventi col Bardelli? Poi c’era lo staff amministrativo sempre a conoscenza di tutto, oltre al fatto che non c’è un solo atto che non preveda firma congiunta con il tesoriere».
A stento mi sono deciso a queste poche note e non intendo proseguire oltre e pertanto ometto di parlare ulteriormente del Biagini. Mi assumerò a questo punto solo l’onere di informare coloro che sembrano ancora non conoscerlo e gli affidano posti di responsabilità in istituti assai delicati. Solo per dovere.
Luigi Bardelli

... E PER DIRITTO REPLICA

2. Rispose – senza essere mai pubblicato – Biagini

Gentile Dott. Zetti,
L’ho cercata stamani telefonicamente, ma senza fortuna. Le invio quanto segue, mettendo in “cc” il *****************, con preghiera di pubblicazione in riferimento all’intervento del 18 [rectius 19] gennaio scorso dell’ex-presidente Aias sul Suo giornale.
Un cordiale saluto
Edo Biagini

Gentile Direttore,
in queste ultime settimane sono stato fatto oggetto, anche sul Suo giornale, di non benevole attenzioni da parte dell’ex-presidente Aias, per quanto da me affermato circa la opacità e scarsa correttezza dei rapporti fra Tvl ed il circuito Aias/Fondazione Maria Assunta in Cielo. In particolare, circa l’importante flusso di denaro che, riservatamente, è andato a sostenere l’emittente televisiva.
Ritorno adesso in argomento non certo per puntiglio. Tantomeno per replicare al tentativo di intimidirmi, che non merita risposta in questa sede. Più semplicemente, ho avuto in questi giorni la materiale disponibilità di copie di documenti che comprovano ingenti versamenti di denaro effettuati negli anni ’90 da presidente e tesoriere Aias dell’epoca a beneficio della Pax et Iustitia S.r.l.: società avente come unico socio la Fondazione, ma con Amministratore Unico l’ex-presidente Aias.
Quest’ultimo rivendica di avere oggi delle difficoltà a ricordarsi delle somme che ha gestito.
Allego allora a questa mia lettera – così che il giornale e i suoi lettori, oltre all’ex-presidente, possano farsi un’idea – le copie di alcuni dei mandati di pagamento, aventi tutti come beneficiari la suddetta Pax et Iustitia, che nello spazio di pochissimi anni (1991-1996) ha ricevuto dall’Aias qualcosa come oltre un miliardo e mezzo di vecchie lire: 669 milioni circa per “pagamento di rate del mutuo Pax et Justitia” ed ulteriori 720 milioni come “canoni di locazione” dell’immobile di Marina di Massa utilizzato dall’Aias per il soggiorno estivo.
Lasciamo per il momento da parte i pagamenti delle rate di mutuo (che già appaiono piuttosto singolari: la Pax et Iustitia incassa un miliardo di lire di mutuo erogato dalla banca, ma le rate se le fa pagare dall’Aias…).
È soprattutto la seconda serie di mandati che appare ben difficilmente giustificabile. Non tanto perché il contratto di locazione non mi risulta mai esistito. Ma soprattutto perché non aveva alcuna logica, specie in quegli anni, il pagamento di “affitti” di tale entità da parte di un ente – l’Aias – che versava allora in una situazione economica drammatica (circa due miliardi di lire di deficit patrimoniale).
Ho letto che l’ex-presidente Aias si vanta di aver avuto “fantasia” nel gestire questi rapporti.
In effetti, ci vuole fantasia per pensare di aver salvato l’Aias dal tracollo economico spremendola ulteriormente delle sue risorse: mi ricorda un medico che cura un malato di anemia facendogli un bel salasso. Anzi, molti salassi.
Io, che di quella fantasia non ne ho, mi chiedo: ci sarà una qualche relazione tra la fine dei salassi all’Aias ed il rapido miglioramento dei suoi conti evidenziato negli anni successivi?
Di sicuro, c’è una relazione tra questi salassi e le esigenze di finanziamento di TVL, come comprovano, ad esempio, alcune matrici di assegni staccati in quegli anni dall’Amministratore Unico della Pax et Iustitia, che qui allego e che fanno intravedere quale uso sia stato fatto di una buona parte almeno di quella enorme massa di denaro prelevata dalle casse dell’Aias: pagamento condoni fiscali TVL, diritti SIAE, versamenti per collaboratori “storici” di TVL (Enzo), assegni staccati “a sé”.
Questi sono i fatti. Non saprei dire se Tvl rappresenti un “miracolo”. Ma se di miracolo si tratta, certo ha beneficiato di un sostegno economico piuttosto discutibile: nella “sostanza”, perché si trattava di denaro di origine pubblica, che doveva essere destinato a necessità di servizio delle persone disabili; nelle “forme”, perché effettuato con modalità per niente trasparenti (e di sicuro la triangolazione con la Pax et Iustitia s.r.l. non rispondeva all’esigenza di risparmiare l’IVA).
Non voglio esprimere ulteriori valutazioni, tantomeno personali. Lasciamo giudicare a chi vorrà.
Su questi documenti ci sono molte firme anche di persone (grazie a Dio) vive e attive. Potranno ricordare. Potranno, se vogliono, spiegare. Liberamente. Del resto si tratta di fatti, almeno questi, che per la loro lontananza negli anni non possono più interessare i Tribunali.
La saluto cordialmente ringraziando per la disponibilità prestata.
Edo Biagini


Cliccare sulle immagini per ingrandirle.
[Venerdì 1 aprile 2011]

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