giovedì 10 febbraio 2011

SULLO STILE DI BERTOLDO

In questa tomba tenebrosa e scura
giace un villan di sì difforme aspetto
che più d’orso che d’uomo avea figura,
ma di tant’alto e nobile intelletto
che stupir fece il mondo e la natura.
Mentr’egli visse fu Bertoldo detto;
fu grato al re, morì con aspri duoli
per non poter mangiar rape e fagioli.
(Epitaffio di Bertoldo)

PISTOIA-PIANA. La domanda è semplicemente questa: dopo così tante vicende per le quali alcuni ‘personaggi’ muti sono perfino finiti sotto processo, come potremo fidarci della ‘società della salute’ (provincia, comuni, regione, Asl) che si rinnova, in girotondo, tutta la reciproca stima e la fiducia, sostenendo che tutto, proprio tutto è in piena regola e che l’aria, l’acqua e la terra della piana sono il paradiso di Adamo ed Eva?
In certi momenti tutti tirano fuori la loro vera essenza: anche la ex-margheritina Fratoni che, memore di Pio VII, ripropone almeno una delle sue osservazioni (
non possumus) delle famose tre con cui il papa se ne andò in esilio nel 1809: non volumus, non possumus, non debemus.
Solo che lei in esilio non ci va. Non ci va nessuno dei politici, se non ci viene mandato a forza da chi ne avrebbe l’autorità per legge. Come non ci va nemmeno il sindaco di Quarrata Sergio Gori (ex-margheritina anche lei, oltre che medico di base) che, nel 2007, sapeva degli sforamenti ma, essendo in  ballottaggio, se ne stette opportunamente zitta e cheta…

* * *
LA REPLICA. FACCIA A FACCIA
CON I MEMBRI DEL COMITATO
E la Fratoni scende in strada
«Non possiamo fare niente»


Durante le proteste gli animi si sono ulteriormente riscaldati all’arrivo del presidente della Provincia di Pistoia, Federica Fratoni, subito braccata dai cittadini in subbuglio e subissata di domande (anche provocatorie) sulla delicata situazione. «Noi come Provincia non possiamo chiuderlo – ha detto – visto che ci sono delle indagini in corso effettuate da Asl e Arpat, gli unici che possono pronunciarsi in merito all’inquinamento, alle malattie e ai problemi ambientali dovuti alla presenza dell’inceneritore. Io mi fido del loro operato per cui è doveroso attendere i risultati delle analisi prima di compiere qualche azione».
 Piccola premessa: a gennaio il parametro Pcdd/Pcdf (cioè diossine e furine) era pari allo 0,034 ng/Nm3 Teq, quindi era inferiore al valore imposto per legge ma vicino al superamento del valore di attenzione imposto dalla Provincia (0,05) come ulteriore elemento di cautela. Pochi giorni fa, però, un rilevamento dell’Arpat ha indicato in 0,087 il parametro in questione che così si è rivelato superiore al valore di attenzione della Provincia (ma sempre inferiore a quello di legge): la Ladurner Impianti, incaricata dalla Provincia, non ha inizialmente riscontrato anomalie ma la Provincia, per ulteriori precauzioni, ha chiesto all’Arpat un urgente controllo analitico. Si stanno ancora attendendo i risultati delle analisi. «A dicembre – continua la Fratoni – non è avvenuto nessuno sforamento, si è solo superata la soglia di attenzione che è inferiore al valore previsto per legge. Nonostante questo abbiamo subito provveduto ad attivare dei controlli dei quali stiamo ancora attendendo il responso definitivo visto che l’argomento è molto delicato: tengo a precisare che la Provincia si è messa in moto per cercare di risolvere la situazione, vogliamo rispettare i nostri impegni ma è anche vero che non spetta a noi decidere sulla chiusura dell’inceneritore. Il sindaco di Montale se vuole può emettere un’ordinanza e chiuderla ma io ribadisco la piena fiducia ad Asl e Arpat che sono incaricate di effettuare dei controlli. La fragilità del territorio intorno all’inceneritore non è del tutto ascrivibile all’operato dell’impianto e sicuramente non decideremo di chiuderlo perché un gruppo di cittadini sta protestando. Sono decisioni difficili e complicate ed in futuro ne sapremo di più».

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[Giovedì 10 febbraio 2011]

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